Repubblica 25.10.16
Alfiero Grandi, vice presidente del Comitato per il No ed ex segretario confederale della Cgil
“Si risparmia il costo dell’aereo del premier”
L’abolizione delle province è una pessima riforma, le elezioni di secondo grado danno luogo a inciuci
ROMA.
La riforma abolisce il Cnel, obiettivo inseguito invano in passato da
diversi governi. Alfiero Grandi come ex sindacalista e come Comitato per
il No, è d’accordo?
«Il ruolo del Cnel negli ultimi decenni non è
stato rilevante, ma definirlo inutile è esagerato, è stata una sede di
confronto sociale, ha elaborato studi e proposte non disprezzabili. Il
costo del suo funzionamento è paragonabile a quello dell’aereo che Renzi
ha fatto prendere in leasing da Ethiad per la presidenza del Consiglio.
Il governo per demagogia ha voluto esagerare l’abolizione del Cnel fino
ad inserirla nel quesito referendario, comunque non basta a
giustificare altre scelte inaccettabili ».
Secondo il governo l’abolizione del Cnel porterà ad un risparmio di 20 milioni l’anno.
«La
discussione sul Cnel è avvenuta sotto il peso di una campagna
demagogica. In Europa il dialogo sociale è un fondamento del
funzionamento istituzionale e si esercita attraverso sedi di confronto
tra i soggetti sociali. Oggi si parla del Cnel solo per cancellarlo,
vantando il taglio dei costi, ma senza chiedersi cosa prenderà il suo
posto. Ad esempio una conferenza tra governo e parti sociali potrebbe
sostituire il Cnel, senza costi. La mera soppressione è un’iniziativa
demagogica e culturalmente povera».
L’abrogazione delle Province viene costituzionalizzata. Questo ridurrà la burocrazia e taglierà i costi della politica?
«L’abolizione
delle Province iniziata con la legge Del Rio è una pessima riforma
istituzionale, per di più anticipa ciò che potrebbe accadere
nell’elezione dei senatori da parte delle regioni. Da quando è in vigore
la Delrio il risultato è che le province hanno subito tagli di miliardi
senza poter svolgere i compiti previsti. Solo quando i cittadini
eleggono i propri rappresentanti gli eletti hanno forza e sono
controllabili. Le elezioni di secondo grado degli organi delle province
in troppi casi avvengono con inciuci, rafforzati da una pessima modifica
della Costituzione che trascinerà sul Senato la negativa esperienza
elettorale delle province».