Repubblica 24.10.16
Perché No
Gianni Ferrara
“Con l’Italicum chi vince impone il candidato”
La nuova legge elettorale ha effetti devastanti sulla messa in stato di accusa del Colle. Via il premio di maggioranza
Gianni Ferrara è professore emerito di Diritto costituzionale alla università La Sapienza di Roma
ROMA.
I nuovi quorum per l’elezione del capo dello Stato puntano ad evitare
uno stallo nelle votazioni che, in passato, ha determinato situazioni
anche drammatiche. Non è necessario professor Gianni Ferrara?
«Più
che accelerare il risultato, il sistema di elezione ad un organo
costituzionale, dovrebbe favorire la scelta di chi ne può svolgere
idoneamente le funzioni. In questo caso quelle di capo dello Stato e di
rappresentante dell’unità nazionale. La prima si estrinseca nella cura
dell’andamento corretto dell’apparato statale. La seconda impegna a
concretizzare il valore più alto dell’ordinamento per assicurare il
principio inderogabile dell’eguaglianza. Comporta perciò che il voto di
investitura sia il più ampio possibile, non declini di fatto a quorum di
votanti che inficino lo stesso principio incorporato nella maggioranza
dei tre quinti».
Il No sostiene che dal settimo scrutinio una
maggioranza risicata, magari eletta con l’-I-talicum, potrebbe eleggere
da sola il presidente. Ma ciò presuppone che le opposizioni abbandonino
l’aula, cosa mai accaduta.
«Un sistema discendente di quorum
induce una qualsivoglia maggioranza di governo ad attendere che si
giunga al minore di tali quorum per poter così esercitare il suo
dominio. Con la legge Renzi-Boschi le basterebbe acquisire i voti
necessari nel Senato, espressione di un ceto politico che appare
piuttosto disinvolto, al punto da suscitare dubbi che possa passare alla
storia per il rigore delle sue “virtù repubblicane”. Si consideri anche
che, oltre che i voti, si possono acquisire le astensioni. I tre quinti
si calcolano infatti sui votanti, non sui presenti in Aula».
Se dovesse cambiare l’Italicum verrebbe meno anche la vostra opposizione?
«Lei
allude agli effetti devastanti dell’Italicum sulla posizione del
presidente, restando immutato il potere della maggioranza assoluta del
Parlamento di porlo in stato di accusa. Abrogare quella legge elettorale
non credo che basti, è necessario sradicare il “premio di maggioranza”
dall’ordinamento».