Repubblica 23.10.16
Perché l’immaturità dell’infanzia facilita l’apprendimento
“Il lavoro” di padri e madri è impossibile diceva Freud. Ma invece è indispensabile assecondare gli orientamenti dei piccoli
di Massimo Ammaniti
È
inevitabile che i genitori, con la nascita dei figli, si interroghino
sul miglior modo di crescerli. E i figli rappresentano per i genitori un
grande investimento educativo e affettivo, sono la garanzia che la
famiglia possa sopravvivere e diventare più grande , ossia che abbia un
futuro. E questa preoccupazione riguarda anche filosofi, educatori,
medici e addirittura politici e governanti che si sono ripetutamente
interrogati su quali siano i metodi migliori per favorire nei bambini lo
sviluppo di attitudini e caratteri desiderabili socialmente. A
cominciare da Platone.
Il tema dell’educazione viene riproposto
nel libro, The gardener and the carpenter di Alison Gopnik, ben nota in
Italia per i suoi precedenti libri che sono stati accolti con grande
interesse. Gopnik ha il grande merito di essere una prestigiosa
ricercatrice sulle strategie di apprendimento dei bambini e allo stesso
tempo svolge un lavoro molto apprezzato di divulgazione scientifica,
come testimoniano i suoi frequenti interventi pubblicati sul New York
Times e su altri giornali.
In questo nuovo libro Gopnik si scaglia
contro quella che lei definisce “l’ideologia del parenting”, che
possiamo tradurre in italiano la genitorialità e che viene incarnata
oggi, soprattutto nelle famiglie del ceto medio americano, ma non solo,
troppo preoccupate di indirizzare e costruire, come falegnami, lo
sviluppo dei figli secondo schemi prefissati. Sono genitori troppo
vigili e protettivi, che sovrastano la vita dei figli come elicotteri
che li seguono allarmati per allontanare ogni possibile pericolo.
Un’altra
variante è quella dei genitori spazzaneve che anticipano il percorso
dei figli, spianando la strada che devono percorrere perché non debbano
impantanarsi. In Italia ben conosciamo quest’ultima versione, i cui
risultati sono sotto gli occhi di tutti, ragazzi e ragazze che ancora a
trent’anni vivono sotto l’ala protettiva della famiglia.
Per la
Gopnik i comportamenti dei genitori “falegnami” sono vere forme di
lavoro, alimentate dal consumo ossessivo di guide e di manuali educativi
, trascurando le forme di vita vissuta negli scambi quotidiani, come ci
ricordava il filosofo Ludwig Wittgenstein.
In altri termini i
genitori devono imparare dai giardinieri, creando uno spazio protetto di
amore, di sicurezza e di stabilità, ossia un contesto in cui i bambini
hanno la possibilità di esplorare e di muoversi liberamente, incorrendo
anche in possibili errori che li aiutano ad aggiustare le proprie
strategie di apprendimento.
Il suo orientamento non è molto
diverso da quello proposto da Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista
inglese, che negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso sollecitava i
genitori ad assecondare il “gesto spontaneo” del bambino, aiutandolo a
rinunciare alla propria onnipotenza e a costruire in questo modo un sé
più autentico. Vi sono indubbie differenze fra l’approccio della Gopnik e
quello di Winnicott, infatti la ricercatrice americana si muove
all’interno di una cornice cognitiva che valorizza l’apprendimento,
mentre lo psicoanalista inglese mette in primo piano la relazione
affettiva tra figlio e genitori.
Ma le affermazioni della Gopnik
hanno una solida base scientifica, ampiamente documentata da studi e
ricerche che evidenziano come i bambini scoprano percorsi e strategie di
apprendimento più creativi se vengono lasciati liberi di esplorare e di
usare il materiale di gioco, mentre se gli adulti forniscono
indicazioni i bambini tendono a restringere i propri comportamenti in
schemi prefissati.
Questa variabilità apre un maggior ventaglio di
possibilità non solo nel campo dell’apprendimento, ma anche dal punto
di vista evoluzionistico perché la diversità nei comportamenti dei
bambini ne favorisce l’adattamento in un mondo in rapido cambiamento, a
differenza dei modelli più conformistici che hanno una flessibilità
limitata.
Le conclusioni del libro sono molto diverse dalle
affermazioni pessimistiche di Freud di un famoso scritto del 1937,
secondo cui il mestiere del genitore è “impossibile”, mentre per la
Gopnik i genitori devono fondamentalmente assecondare le tendenze
naturali dei bambini, anche quando possono sembrare disordinate, perché
la lunga immaturità dell’infanzia favorisce l’apprendimento e l’emergere
di nuove capacità.