Repubblica 22.10.16
L’attore Moni Ovadia: il premier israeliano fa politica nazionalista parlando di “diritto divino” su quella terra
“Ma da ebreo dico: bene restituire dignità ai palestinesi”
intervista di Matteo Pucciarelli
MILANO.
«A me dispiace perché Matteo Renzi sta facendo il solito gioco poco
intelligente che in realtà fa molto male proprio a Israele», dice Moni
Ovadia, attore, drammaturgo, uomo di sinistra e soprattutto ebreo
appassionato alle vicende legate al proprio popolo.
Il premier ha detto che quella risoluzione dell’Unesco era finalizzata ad attaccare Israele, cosa ne pensa?
«Sta
per caso ricambiando gli Stati Uniti per lo spot di Obama al Sì al
referendum? Scherzi a parte, la cosa opportuna da fare sarebbe invece
convocare una conferenza di pace in Europa. Perché fu proprio in Europa
che avvenne l’Olocausto: il nostro Continente ha un debito morale in
questo senso».
Ma la questione di non aver nominato il Muro del Pianto nella risoluzione, utilizzando la dizione araba, per lei è importante?
«Attaccarsi
a queste cose, come fa Netanyahu, è propaganda nazionalista. Lui è un
uomo di destra che parla di un presunto “diritto divino” degli ebrei su
quella terra, e in nome di ciò mette in discussione la legittimità di
esistere dei palestinesi. I quali sono stati vessati, espropriati delle
proprie terre, vivono in una prigione a cielo aperto, isolati dalla
comunità internazionale. Ad oggi ci sono 500mila coloni che si sono
insediati illegalmente in territori che non gli spettano. Si chiama
occupazione. Ci rendiamo conto?».
Però esiste il “legame
millenario” tra ebrei e Gerusalemme? Legame che non sarebbe stato tenuto
di conto dall’Unesco, sempre secondo Israele.
«Naturalmente c’è
ma qui siamo di fronte alla strumentalizzazione politica di un premier
che, di fatto, non vuole riconoscere dignità alla Palestina. Ben venga
invece che l’Unesco abbia avuto questa sensibilità».
È possibile contestare la politica di Israele senza passare per antisemiti?
«Sta
diventando sempre più difficile. Io per anni ho criticato Silvio
Berlusconi, per caso ero anti-italiano? Allora, da ebreo, so e dico che
nel Talmud il nazionalismo è considerato idolatria. Aggiungo che la
retorica della terra e del sangue, di un passato sacrale, è la stessa
che poi ha generato il nazismo. E infine l’etica ebraica rifiuta ogni
oppressione. Chi oggi più o meno direttamente spalleggia il governo
israeliano non vuole il bene del Paese».
Lo Stato di Israele invece, secondo lei, ha una legittimità oppure no?
«Ce
l’ha e trae origine dalla risoluzione 181 del ‘47 dell’Onu. Quando
David Ben Gurion ne annunciò la firma fu un tripudio di felicità per
tutto gli ebrei del mondo. Adesso chi governa Israele non può
atteggiarsi come un organismo al di sopra delle regole internazionali».