sabato 22 ottobre 2016

Repubblica 22.10.16
“Non si premia chi non paga l’Inps” Boeri attacca i condoni contributivi
L’istituto di previdenza deve riscuotere oltre 10 miliardi di euro
La proposta: distinguere tra chi ha evaso volutamente i versamenti e chi ha solo commesso un errore
di Valentina Conte

ROMA. La rottamazione delle cartelle di Equitalia non convince l’Inps. «Bisogna evitare di premiare l’evasore », insiste il presidente Tito Boeri. «Non dichiariamogli tregua». Un altolà che pesa. Anche perché l’istituto di previdenza conta 10,7 miliardi di ruoli da riscuotere nel magazzino di Equitalia, oltre un quinto dei 51 miliardi totali, possibili beneficiari degli sconti annunciati da Renzi: via sanzioni e interessi di mora. Ma il ragionamento di Boeri non si ferma certo ai contributi previdenziali recuperabili, di certo non disprezzati dai conti Inps. E abbraccia la filosofia complessiva dell’intervento pensato da Palazzo Chigi: «Dare un segnale di lassismo è pericoloso ».
Perplessità che sembrano tradursi in suggerimenti a non trasformare la norma da scrivere per il decreto fiscale (il cui testo è ancora fantasma) in un tana libera tutti. Con gli attuali titolari di cartella esattoriale indotti a smettere di pagare. E quelli futuri frenati in attesa della sanatoria successiva. Un circuito vizioso — che Boeri chiama «effetti negativi sulla compliance» — da spezzare. Come? Distinguendo tra cartella e cartella, per cominciare. «Escludiamo dalla rottamazione quelle che derivano da accertamenti ispettivi e privilegiamo solo le omissioni», dice Boeri. Chi ha fatto errori, ad esempio indicato i contributi previdenziali da pagare senza poi versarli, merita il premio. Gli evasori conclamati no.
Seconda idea: accompagnare la rottamazione con segnali forti sul fronte della lotta all’evasione, ad esempio la notifica obbligatoria della cartella tramite posta elettronica certificata, la Pec. Proposta bene accetta da Equitalia (che nel 2015 ha riscosso per conto dell’Inps 2,4 miliardi, il 20% in più dell’anno prima). Sebbene ogni anno, fa notare l’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini, a fronte di 2,5 milioni di cartelle intestate a soggetti che dovrebbero avere una Pec, meno di un milione sono effettivamente notificate via mail.
Ostacoli da rimuovere. E leggi da cambiare. Senza modificare la normativa, insiste l’Inps, si rischia una forte disparità tra quanti pagano meno ora e quanti verseranno interessi e sanzioni piene quando la rottamazione sarà finita. Ecco perché l’asticella delle penalità va abbassata ora e per tutti. All’Inps ad esempio, le “sanzioni civili” — equivalenti alla mora — vanno da un 5-6% annuo ad un massimo del 40% in caso di omissioni e 60% per evasione. Un’enormità, a cui sommare l’aggio di Equitalia (3-6%) e gli interessi per ritardato pagamento.
Ultimo avviso per il governo: la transizione di Equitalia all’Agenzia delle entrate, a prescindere dai nodi sulla forma giuridica, il nome, il personale. «Il passaggio deve avvenire in modo deciso e breve», auspica Boeri. Per evitare buchi, confusione. E incentivi al nero.