Repubblica 22.10.16
Se serve il giudice per affermare un diritto di tutti
di Chiara Saraceno
Tutti
i bambini dall’anno in su in Germania hanno in linea di principio
diritto ad avere un posto al nido. Questo diritto è stato introdotto nel
2013 non solo per favorire l’occupazione delle madri e il loro ritorno
al lavoro dopo l’anno di congedo ben remunerato cui hanno diritto dal
2007, ma per ridurre le disuguaglianze di partenza tra bambini, offrendo
a tutti, indipendentemente dalla condizione lavorativa della madre e
dalle condizioni famigliari, pari opportunità educative. Non vi è
obbligo per i genitori, che possono decidere di non iscrivere il proprio
bambino al nido, ma per i governi locali, che devono, appunto, fornire
questa opportunità. I diversi Länder hanno finora provveduto in modo
molto diseguale a dare attuazione a questo diritto, contando sul fatto
che, specie nelle regioni occidentali, vi è, come succede anche in
Italia, ancora una diffusa ambivalenza rispetto al nido. Perciò la
domanda effettiva rimane contenuta. Ma è una domanda in continuo
aumento, con conseguenti lunghe liste di attesa che sono la negazione
sia dell’obiettivo di sostenere l’occupazione delle madri sia di quello
di mettere i bambini più piccoli in condizioni di pari opportunità di
esperienza educativa. Le donne che hanno fatto ricorso alla Corte
Federale di Cassazione contro il Comune di Lipsia per avere una
compensazione del danno subito, perché non hanno potuto lavorare nei
lunghi mesi in cui hanno dovuto aspettare un posto al nido, hanno
costretto il governo federale e quelli locali a uscire dall’ambiguità.
Se c’è un diritto, deve essere esigibile. Era già successo che qualche
genitore si presentasse al proprio comune per essere risarcito della
retta pagata ad un nido privato. Ora, con la sentenza della Corte, se
vogliono evitare ricorsi di massa milionari i comuni e i Länder devono
attrezzarsi e negoziare con il governo federale il necessario
co-finanziamento. La ministra della famiglia ha già dichiarato che si
dovrà procedere in questa direzione. Ancora una volta – era già successo
con la Corte Costituzionale nel caso della definizione di come si
dovesse stabilire un sostegno adeguato per i bambini poveri – una Alta
corte tedesca prende sul serio i diritti dei bambini e impone ai diversi
livelli di governo di far fronte alle proprie dichiarazioni di
principio, a rendere trasparenti i propri criteri e a rispettare i
diritti che sancisce. E i governi federale e locali si adeguano. Anche
in questo, non solo nelle politiche di austerity, la Germania è lontana
dall’Italia.Latinoamerica, il potere delle chiese pentecostali