Repubblica 22.10.16
“Risarcite chi non trova posto al nido”
La
decisione della Corte di Cassazione tedesca: il Comune paghi un
indennizzo alle famiglie tagliate fuori dal servizio Il caso sollevato
da tre donne di Lipsia. Allarme a Monaco e in altre grandi città, che
ora temono un’ondata di ricorsi
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO.
La sentenza è una piccola rivoluzione e una liberazione per milioni di
donne. D’ora in poi, in Germania, ogni bambino avrà diritto al nido.
Altrimenti, la madre dovrà essere risarcita. Lo ha stabilito una
sentenza del Bundesgerichtshof, la Corte federale di Cassazione,
confermando un principio già stabilito per legge nel 2013. Tuttavia, i
Comuni saranno costretti a sborsare i risarcimenti solamente se ritenuti
responsabili della penuria di posti.
Il caso che ha indotto il
tribunale di Karlsruhe a stabilire una volta per tutte un principio che
varrà per tutti i bambini dall’età di un anno, viene dalla Sassonia,
ossia dall’Est. E forse non è un caso. Una delle qualità maggiori della
vecchia Germania orientale erano i servizi per l’infanzia, che prima
della caduta del Muro, oltre un quarto di secolo fa, erano molto più
progrediti che a Ovest.
Sono state tre donne di Lipsia, insomma, a
fare ricorso contro l’amministrazione comunale. Appena partorito,
avevano chiesto un posto in un nido per lo scadere del loro anno di
congedo. Il Comune, però, aveva risposto di non avere disponibilità per
quella data. Le tre madri avevano chiesto successivamente un
risarcimento per tutte le settimane e i mesi di mancato ritorno al
lavoro, rispettivamente circa 2200, 4500 e 7300 euro.
La Corte
federale di Cassazione ha dato ragione alle mamme, ma con un paletto.
Adesso dovrà essere il tribunale regionale di Dresda, città-capoluogo
della Sassonia, a stabilire se l’amministrazione di Lipsia è davvero
responsabile per non aver garantito alle tre donne la possibilità di
conciliare famiglia e lavoro, insomma se mancano davvero i posti nei
nidi. E ogni volta che verrà presentato un ricorso simile in futuro,
dovrà essere il tribunale locale di riferimento a giudicare se è colpa
del Comune. Se le amministrazioni cittadine, tanto per fare un esempio,
saranno in grado di dimostrare di avere abbastanza posti, ma non
abbastanza educatrici, i giudici potranno decidere a loro favore e
respingere le richieste di risarcimento.
Secondo gli esperti,
comunque, i giudici di Dresda decideranno a favore delle mamme di
Lipsia. Che sono già passate attraverso due gradi di giudizio: il
tribunale comunale aveva dato loro ragione, quello regionale di Dresda
no. Anche se saranno di nuovo i togati del capoluogo a decidere, è
improbabile che si oppongano a un’istanza superiore come quella della
Cassazione e che contraddicano un principio che era già stato stabilito
da una legge precedente.
L’Associazione dei sindaci ha detto di
non temere un’ondata di ricorsi: la stragrande maggioranza delle
amministrazioni locali può garantire abbastanza posti alle madri che
vogliono affidare i loro bimbi a un nido già dal primo anno di vita,
sostengono. Gli unici punti deboli sono le grandi città, ammettono, dove
è più difficile far entrare tutti. Ma a Monaco, tanto per citare un
esempio, soltanto il 44 per cento delle mamme può contare su una
struttura esterna per garantire l’accudimento dei figli in età
pre-scolare. Se si moltiplicassero i ricorsi, il Comune bavarese
potrebbe essere costretto a sborsare cifre considerevoli, considerato
anche il livello mediamente alto dei redditi.
La ministra per la
Famiglia, Manuela Schwesig (Spd) ha dichiarato in ogni caso che si
impegnerà per estendere la costruzione degli asili nido in Germania. Tra
il 2006 e il 2016 sono nati oltre 400mila nuovi posti; tra il 2008 e il
2018 saranno spesi complessivamente 3,2 miliardi di euro per garantire
ad ogni bimbo un posto nel nido.