venerdì 21 ottobre 2016

Repubblica 21.10.16
Comitato Italicum il Pd è già diviso
Parte il gruppo di lavoro, 10 giorni per trattare
Tentativo in extremis di trovare un accordo prima del 29, quando i dem andranno in piazza
di Giovanna Casadio

ROMA. Entro la fine del mese va concluso l’accordo, meglio se prima di sabato 29 quando il Pd scenderà in piazza del Popolo a Roma per la mega manifestazione con Renzi su Europa e referendum costituzionale. La commissione dem - quella che ha come missione la modifica dell’Italicum, evitando la rottura nel Pd con la minoranza schierata per il No - si è riunita a Montecitorio e ha deciso di darsi dieci giorni di tempo per trovare un’intesa: o la va o il Pd si spaccherà al referendum.
Due ore di discussione nell’ufficio del capogruppo Ettore Rosato, tra il vice segretario Lorenzo Guerini, Luigi Zanda, Matteo Orfini e il leader della sinistra Gianni Cuperlo. Alla fine Cuperlo dice: «Da parte mia c’è la massima lealtà, purché andiamo avanti in tempi brevi». Il fattore tempo è tutt’altro che irrilevante per la sinistra dem, che potrebbe dare forfait alla manifestazione del 29, confermando il No definitivo al referendum del 4 dicembre.
Strada in salita e reciproci sospetti. Divergenze subito sul metodo, ma anche di merito. Cuperlo, che rappresenta anche la posizione di Speranza e Bersani, chiede un impegno formale del premier se si troverà l’ accordo. «Renzi deve metterci la faccia», insiste la minoranza dem . Non solo.
Il pressing della sinistra punta a incardinare prima del 4 dicembre in una delle commissioni Affari costituzionali - o alla Camera o al Senato - le modifiche dell’Italicum. Ma i renziani pensano piuttosto a un documento politico che valga come patto. «No a impegni generici»: è l’altolà della minoranza. Cuperlo garantisce che non ci sarà una spaccatura della sinistra dem tra la sua corrente e i bersaniani e che ha aggiornato in tempi reali sia Speranza che Bersani. Guerini sostiene che ci si è «confrontati sul metodo, c’è un buon clima e si procede nella verifica con le altre forze politiche», a cominciare da quelle di maggioranza come Ncd. Però la sinistra dem non vuole che la commissione perda tempo in colloqui con gli altri partiti. Conclusione: Guerini li sonderà, intanto si scrivono le ipotesi di modifica su 3 punti: ballottaggio, collegi uninominali, premio di maggioranza. Ciascuna questione apre un capitolo di pro e contro e di veti incrociati in Parlamento. E non c’è da sperare bene. Il forzista Renato Brunetta ha già dichiarato: «Non mi siedo al tavolo con i bari». Rincara Deborah Bergamini: «Se sulla legge elettorale neppure la minoranza del Pd si fida del Pd, non vedo perché dovrebbe fidarsi FI». No di 5Stelle e Sel.