venerdì 21 ottobre 2016

Corriere 21.10.16
Nuovo Italicum, già in crisi la commissione pd
Ieri la prima riunione, sempre più in salita il cammino per la modifica della legge elettorale
Isolato Cuperlo, unico della minoranza presente ai lavori. E Gotor diffonde un testo che conferma il No
di Monica Guerzoni

ROMA «Se abbiamo salvato il soldato Cuperlo? Gianni è andato via contento...». La battuta, rubata a un dirigente del Partito democratico al termine dei lavori sull’Italicum, dà voce ai sospetti dei bersaniani. E cioè che la mission della commissione voluta da Matteo Renzi sia offrire una scialuppa all’ex presidente del Pd, consentendogli di votare Sì e spaccando la minoranza. Da una parte D’Alema, Bersani e compagni, dall’altra la sinistra dialogante che non vuole bruciarsi i ponti alle spalle.
La commissione presieduta da Lorenzo Guerini si è finalmente riunita ieri per la prima volta, dopo dieci giorni di impasse . Al tavolo il vicesegretario, i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda, il presidente Matteo Orfini e appunto Gianni Cuperlo, unico rappresentante dell’opposizione interna. Ma se qualcuno al vertice del Pd non fa mistero di voler usare l’Italicum per dividere la minoranza, Cuperlo conferma lealtà a Speranza e Bersani e smentisce con forza di volersi smarcare: «Non c’è nessun accordo già acquisito, nessuna volontà di rompere l’unità della minoranza. Io sono qui per cercare di ridurre le distanze, non esiste la possibilità di dividere la sinistra».
Il problema è che i bersaniani sono già schierati sulla linea del No. Miguel Gotor ha scritto un corposo testo dal titolo «La riforma dei gattopardi. Perché voto No al referendum costituzionale». Dodici pagine fitte in cui il senatore ammette che il suo strappo è motivato anche dal tentativo di Renzi di trasformare la consultazione in un voto di fiducia: «Quel clima di ieri, basato sulla polarizzazione amico/nemico e popolato da “gufi”, “sabotatori”, “professoroni” e “vietcong”, non è stato dimenticato e condiziona la mia scelta di oggi».
Susanna Camusso ha annunciato il suo No. E non sarà certo la commissione a far cambiare idea a Gotor, neanche se il quintetto dovesse sfornare un disegno di legge destinato a essere incardinato in commissione Affari costituzionali prima della manifestazione di Renzi, il 29 ottobre in piazza del Popolo. Questo ha chiesto il leader di SinistraDem, spiegando di non puntare a un «accordicchio» quanto a un «atto politico forte, che tenga dentro tutti». Ed ecco il «lodo Cuperlo». Presentarsi ai partiti entro dieci giorni con una proposta condivisa da tutto il Pd: turno unico, premio di maggioranza ridotto e collegi uninominali. È una legge nuova di zecca, eppure al Nazareno sono convinti che un accordo si troverà e che alla fine Cuperlo voterà Sì.
«Per noi non cambia nulla, non mi aspetto miracoli dalla commissione», chiude il bersaniano Davide Zoggia. Guerini invece confida nella riuscita dell’impresa. Ma, per non produrre un testo che verrebbe bruciato dalle opposizioni, il vicesegretario porterà parallelamente (e informalmente) avanti il dialogo con le altre forze politiche. Nella prima riunione Guerini ha trovato «un buon clima». Più arduo sarà dialogare con Renato Brunetta, che non vuole «sedersi con i bari».