Repubblica 19.10.16
Lisa Randall
“Così la materia oscura cancellò i dinosauri”
Deviò
un asteroide causando l’estinzione dei grandi rettili Ecco come, per la
studiosa Usa Lisa Randall, la sostanza più misteriosa dell’Universo ha
cambiato la storia della vita
L’Universo invisibile (Il Saggiatore) da domani in libreria
intervista di Luca Fraioli
La scienziata è una superstar della fisica: insegna ad Harvard e appare su “Vogue”
Ogni istante siamo attraversati da miliardi di particelle sconosciute Presto ne capiremo la complessità
Lo “scontro” fra dark matter e comete è destinato a ripetersi. Ma oggi abbiamo emergenze più gravi cui pensare
ROMA.
Materia oscura e dinosauri. Temi apparentemente agli antipodi, avendo a
che fare con la cosmologia il primo, con l’evoluzione della vita sulla
Terra il secondo. Eppure in qualche modo connessi, anzi legati da un
raporto di causa-effetto: sarebbe stata la materia oscura, infatti, a
provocare indirettamente l’estinzione dei dinosauri. L’ipotesi appare
bizzarra, eppure è suggerita da una vera autorità in fatto di studi
sull’Universo: Lisa Randall, 54 anni, insegna ad Harvard, è stata la
prima donna ad avere una cattedra di fisica teorica a Princeton e al Mit
di Boston. Negli Stati Uniti è considerata una superstar della scienza.
Un pò perché non disdegna apparizioni su pagine patinate come quelle di
Vogue o in sitcom di successo come The Big Bang Theory. Un pò perché di
tanto in tanto abbandona le sue complicatissime formule per scrivere
libri divulgativi, che puntualmente finiscono tra i bestseller.
L’ultimo
s’intitola appunto Dark matter and the dinosaurs (sarà da domani nelle
librerie italiane con il titolo L’Universo invisibile per il
Saggiatore).
Professoressa Randall, davvero la materia oscura può aver ucciso i dinosari?
«È
la nostra ipotesi. Sappiamo che la materia oscura rapresenta l’85% di
tutta la materia dell’Universo. Ma non la vediamo, perché è
“insensibile” alla luce. Come la materia ordinaria, però, fa sentire la
sua presenza attraverso la forza di gravità. Sessantasei milioni di anni
fa potrebbe aver deviato uno degli asteroidi che circondano il Sistema
solare mettendolo in rotta di collisione con la Terra. L’impatto provocò
l’estinzione dei dinosauri e favorì la diffusione dei mammiferi».
Ma ci sono prove a sostegno di questa ipotesi?
«In
realtà è proprio questa una prova della nostra teoria. Finora si era
convinti che esistesse un solo tipo di materia oscura, distribuita come
un alone intorno alle galassie, ma anche ovunque tra noi, con miliardi
di particelle “oscure” che attraversano i nostri corpi ogni secondo. Noi
però abbiamo ipotizzato che una piccola percentuale della materia
oscura (il 5%) sia di natura particolare, capace di interagire non solo
attraverso la gravitazione ma anche tramite forze a noi ancora
sconosciute. Abbiamo provato a immaginare le conseguenze: una era che
anziché distribuirsi ad alone questa materia oscura si sarebbe
concentrata sul piano delle galassie, compresa la Via Lattea. Ci siamo
allora chiesti se fossero immaginabili ripercussioni anche sul Sistema
solare, che ogni 30 milioni di anni attraversa il piano della galassia e
quindi questo disco di materia oscura. Dai nostri calcoli è emerso che
il Sole, i pianeti, gli asteroidi e le comete durante l’attraversamento
possono sperimentare una forza gravitazionale capace di alterare le loro
orbite, fino a provocare un impatto tra corpi celesti».
Ci sono esperimenti che possano confermare l’esistenza di questo disco di materia oscura?
«L’unico
modo, per ora, è osservare eventuali effetti gravitazioni sulle stelle
più vicine al piano galattico, nella Via Lattea o in altre galassie».
La
materia oscura è stata introdotta perché i conti non tornavano: troppa
poca materia visibile per giustificare gli effetti gravitazionali che si
osservano nell’Universo.
Ma non ci potrebbe essere una spiegazione alternativa?
«La
materia oscura funziona e sarebbe molto difficile trovare spiegazioni
alternative: non abbiamo idee altrettanto convincenti».
Però è strano immaginare che l’85% di tutta la materia sia fatto di qualcosa che neanche vediamo.
«È
ancora più strano aver scoperto che l’universo visibile è composto di
tante particelle elementari differenti. Ogni volta che si cerca in una
direzione inesplorata impariamo qualcosa di nuovo. Lo scopo del mio
libro è anche questo: mostrare come ci siano connessioni tra le cose
molto diverse che abbiamo imparato sul nostro Universo, dalla
cosmologia, all’astronomia, alla paleontologia».
La “nuova”
materia oscura di cui parla nel libro sarebbe composta da una particella
o avrebbe la complessità del mondo che conosciamo, fatto di elettroni,
quark e bosoni?
«È quello che vorremmo scoprire. Però mi chiedo
perché mai il mondo “oscuro” debba essere fatto di un solo mattone
mentre quello visibile è così articolato. Io credo che sia più complesso
e che presto si riuscirà a dimostrarlo».
Ma se rappresenta l’85
della materia dell’Universo, non potremmo immaginare che sia una sorta
di universo parallelo, per i cui abitanti siamo noi a essere invisibili?
«Assolutamente,
potrebbe essere proprio così: un mondo dove però agiscono altri tipi di
forze fondamentali rispetto a quelle che conosciamo. Il problema è che
abbiamo molte domande, ma ancora non abbastanza risposte».
Riepilogando:
66 milioni di anni fa il passaggio del Sistema solare attraverso il
disco di materia oscura che giace sul piano galattico provocò la fine
dei dinosauri. Un nuovo passaggio c’è stato 30 milioni di anni dopo. A
conti fatti, tra “poco” dovremmo ritrovarci nella stessa situazione. C’è
da essere preoccupati?
«Ci sono cose più urgenti di cui
preoccuparsi che non un evento che si ripete ogni trenta milioni di
anni. A cominciare dalla salute del nostro Pianeta».