La Stampa 19.10.16
C’è voglia d’Italia a Francoforte
Apre oggi la più importante fiera libraria europea
Effetto Ferrante, molti editori stranieri puntano su storie del nostro Sud narrate al femminile
di Mario Baudino
È
una Fiera con molta Italia, quella che si apre oggi a Francoforte. Alla
conferenza stampa di ieri, il direttore Juergen Boos non solo ha
ricordato Umberto Eco, «di cui sentiamo tutti la mancanza» ma ha anche
sottolineato come le presenze dei nostri editori, «sempre più vivaci»
siano triplicate. Sarà forse anche questo un effetto-Ferrante, nome che
ha una vasta presenza nelle chiacchiere e negli affari alla Buchmesse, e
non una conseguenza della duplicazione Fiera di Milano-Salone di
Torino, sulla quale è inutile chiedere commenti perché si viene
inesorabilmente fermati da diplomatici sorrisi? In ogni caso, è il segno
di un buon momento per le nostra immagine nel mondo dei libri.
L’editoria
di per sé non sta attraversando uno dei suoi periodi migliori. Il
mercato è considerato «stabile» in Germania, è in arretramento negli
Stati Uniti e migliora nel nostro Paese - oggi l’Associazione editori
presenterà il suo annuale resoconto -, il libro elettronico non cresce
più ed ha smesso di minacciare la carta, diminuiscono persino gli
espositori e gli stand a Francoforte, ma il grande gioco dell’editoria è
quello di sempre. Quest’anno fra i numi tutelari, incomparabili tra
loro, ci sono scrittrici: Stephanie Meyer (quella dei vampiri
adolescenti di Twilight) che dopo parecchi anni torna con un nuovo
misteriosissimo romanzo trattato in gran segreto da mesi a cifre
ragguardevoli; la Ferrante per quanto ci riguarda direttamente, e, se
pure in assenza Paula Hawkins il cui straordinario successo con La
ragazza del treno ha inaugurato il filone del thriller femminile e
sentimentale, offertissimo in Fiera dagli agenti letterari, e a quanto
pare comprato a man bassa.
Il pezzo più pregiato - nel senso della
possibile resa commerciale - se lo è assicurato la Mondadori, mettendo
le mani su La ragazza alla finestra di tale A.J.Pinn. Guarda caso si
tratta di uno pseudonimo, ma questa volta trasparente: è un editor del
colosso americano Harper & Collins. Niente di paragonabile al
caso italiano. Ieri, vigilia di Fiera, l’editore Suhrkamp ha invitato
nella sua sede francofortese tutti gli editori che come lui hanno
tradotto la Ferrante, ed erano una folla. Quella spagnola - che poi è la
torinese doc Silvia Querini, di Lumen - ci confidava di essere stata
letteralmente «messa in croce» dopo l’inchiesta che additava nella
germanista Anita Raja la vera autrice dei libri. In Spagna hanno pensato
anche a un ennesimo gioco di pseudonimi: posto che «raja» è un termine
castigliano molto colorito per indicare lo spacco della gonna.
La
Ferrante-mania ha favorito la caccia a libri italiani possibilmente
scritti da donne e ambientati nel Sud, tutti corteggiatissimi: da
Laviania Petti in uscita con Il mare ricorda tutto (Longanesi) alla
rivelazione Carmela Scotti, finalista al premio Calvino con
L’imperfetta, (Garzanti). C’è poi una torinese che ha venduto il suo
libro - agli italiani - proprio da Francoforte, facendosi rappresentare
dal super-agente internazionale Andrew Wylei. È Francesca Manfredi, con
Un buon posto dove stare, conquistato da Elisabetta Sgarbi per La nave
di Teseo. Ma il cerchio dell’attenzione si allarga ad altri autori -
persino maschi: da Andrea De Carlo, il cui ultimo romanzo L’imperfetta
meraviglia (Giunti) è stato venduto a Simon & Schuster per il
mercato americano e di lingua inglese, oltre che in Germania, Francia e
anche Bulgaria, a Gianrico Carofiglio (giovedì festa con gli editori
internazionali) con L’estate Fredda, edito da Einaudi. Che ha richieste
da tutto il mondo anche per «Le otto montagne» di Paolo Cognetti, già
acquistato in 21 Paesi a cominciare dagli Usa. Ernesto Franco, il
direttore editoriale è convinto che ci sia davvero ritrovata vivacità sì
degli editori, «ma soprattutto degli autori». Anche degli outsider.
Mondadori,
che si è assicurata l’autobiografia di Elton John, uno dei libri
«caldi» della Buchmesse, tiene aste internazionali per Lacrime di sale,
il libro di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, da cui è stato tratto
Fuocoammare, il film documentario di Gianfranco Rosi sulla tragedia dei
migranti, ma anche per Funne. Le ragazze che sognavano il mare, storia
allegra e sentimentale delle ottantenni di Daone, paese del Trentino,
che non avevano mai visto il mare e organizzarono una raccolta fondi via
Internet per realizzare il loro sogno. Katia Berardi, che ha scritto il
libro a loro dedicato, è anche autrice di un film che sarà presentato
al Film Festival di Roma. Vallardi sta vendendo in tutto il mondo il suo
best seller La dieta della longevità di Valter Longo, illustre geriatra
internazionale che fa la spola tra la California e Milano (e scrive in
inglese). Quasi a specchio, La Nave di Teseo mette i remi su Bertil
Marklund, medico svedese che ha venduto in 23 Paesi le sue regole «Per
vivere dieci anni di più grazie allo stile di vita».
Ma quanto al
vivere bene e a lungo, c’è un testimone d’eccezione. David Hockney, 79
anni, ospite d’onore della Fiera, spiega come e perché disegna
sull’iPad. Perché c’è già tutto, colori inclusi, perché «è qualcosa che
ti fa disegnare eternamente» e perché gli piace disegnare. Ha un solo
svantaggio, conclude l’anziano artista: «Non ti fermeresti mai». Dal
thriller sentimentale al sentimento del tempo.