mercoledì 19 ottobre 2016

Repubblica 19.10.16
Reticenza su Buzzi sarà indagata la Pd Campana
Mafia Capitale. L’ipotesi è falsa testimonianza
Una serie di “non ricordo” in aula che hanno finito per indisporre i giudici
di Federica Angeli

ROMA. Ormai l’iscrizione nel registro degli indagati per Micaela Campana è una certezza. La Procura, come vuole la prassi, attende la sentenza di primo grado del maxi processo Mafia Capitale. Poi diverse persone che hanno deposto nel corso delle 129 udienze saranno indagate per falsa testimonianza. Tra queste la deputata dem e membro delle Commissioni Giustizia e Schengen Micaela Campana, a udita due giorni fa nell’aula bunker di Rebibba come teste di Salvatore Buzzi, il ras delle coop. La sua deposizione è stata ritenuta non attendibile e a tratti reticente nel chiarire alcuni elementi utili per arrivare a una sentenza. Campana, militante del Pd da anni, arrivò dalla Puglia – racconta in aula – e prese una casa nel quartiere Tiburtino insieme a una studentessa. Iniziò per l’allora Pds a fare attacchinaggio di manifesti e a distribuire volantini per le feste dell’Unità del quartiere. Entrò in politica come consigliera e poi assessora all’Ambiente e al Welfare del suo Municipio, il IV. «Mi ispiravo alla figura politica di Bersani, nell’ottobre del 2014 Renzi mi chiamò nella segreteria nazionale del Pd».
Il suo nome, quando scoppiò lo tsunami dell’inchiesta Mondo di Mezzo che oggi vede coinvolti nel processo madre 49 persone, uscì per un sms inviato a Buzzi. «Un bacio Grande Capo», scrisse in risposta a un altro messaggio in cui le si chiedeva di fare un’interrogazione parlamentare in favore del ras delle coop. In aula, nel corso della 128esima udienza, incalzata dal pm Luca Tescaroli ha così spiegato quell’sms: «Questione di rispetto nei confronti di una persona più grande di me e capo della più grande cooperativa sociale del centro Italia».
A Buzzi la Campana fece molti favori e altrettanti gliene chiese: come di assumere ex detenuti nelle sue cooperative o di fare il trasloco per il cognato. E a fronte di queste richieste il ras delle coop rosse ha avanzato le sue. Come un incontro urgente col sottosegretario alla Giustizia Bubbico.
Poteva scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere l’onorevole Campana, avrebbe scelto di farlo oggi. La presidente della Corte, Rossana Ianniello, le ricorda che, essendo ex moglie dell’ex assessore Ozzimo, imputato nello stesso procedimento, può farlo. Ma lei decide di rispondere. E segna un autogol. Perché la sfilza di «non ricordo» indispone la giudice che le chiede a che titolo Campana sia componente della Commissione Giustizia in Parlamento se poi non riconosce le regole basilari del processo.
«Le ripeto per la quarta volta - la riprende Ianniello - mentire sotto giuramento è un reato molto grave».
«Per quale motivo fissò un incontro tra Bubbico e Buzzi?», «Fu lui a chiedermelo e io lo feci, ma non so di cosa dovessero parlare» replica la deputata. «Mi faccia capire - chiede seccata la presidente - lei fissa un incontro col sottosegretario Bubbico a Buzzi solo perché lui glielo aveva chiesto, senza conoscere il motivo di tale richiesta?». «Non ricordo».
Non ricorda, Micaela Campana. Così come non ricorda quando chiese a Buzzi di occuparsi del trasloco del cognato. Quanto all’interrogazione per cui Buzzi “stressa” la deputata dem, l’oggetto era una vicenda spinosa in cui una magistrata del Tar, sposata con un imprenditore e socia al 30% dell’impresa, aveva respinto un ricorso di Buzzi per la gara di Castelnuovo di Porto favorendo in questo modo l’impresa del marito. «Io ricordo che Buzzi mi chiamò spesso per questa interrogazione che voleva facessi: analizzai le carte e decisi di non farla». Poi la presentarono i 5Stelle. Anche in questo caso però le sue parole sono smentite dalle intercettazioni: un suo collaboratore infatti spiegò a Buzzi che ancora una volta era stato Bubbico a dire di prendere tempo. La giudice Ianniello perde la pazienza: «Eppure lei è giovane: come mai questi continui vuoti di memoria? Lei assiste a un incontro, è presente in una stanza e non sa di cosa hanno parlato?».
Pronta la stoccata dei 5Stelle che ricordano che «fu la Campana a chiedere soldi a Buzzi per finanziare le cene del Pd».