Repubblica 15.10.16
Vertice con Lupi e Zanetti
Verdini: il 5 dicembre io entro nel governo
di Tommaso Ciriaco
ROMA.
Denis Verdini raddoppia. E dopo l’ingresso in maggioranza, vuole
mettere piede anche nel governo. «Dal 5 dicembre cambierà tutto »ha
confidato giovedì, durante un summit riservato con Maurizio Lupi ed
Enrico Zanetti »e se vincerà il Sì noi di Ala entreremo nell’esecutivo».
Ecco l’obiettivo del leader, di nuovo in campo e pronto a far pesare in
Parlamento la nutrita pattuglia centrista un minuto dopo il referendum.
Per il quale infuria la battaglia, anche per il voto degli italiani
all’estero. Maria Elena Boschi ha in programma nuove missioni
internazionali. Sul fronte opposto, Luigi Di Maio pianifica incontri per
il No con i connazionali impiegati nella City e in altre realtà
finanziarie continentali.
Il piano di Verdini è già pronto. Primo:
riunire nello stesso contenitore Ala, Ncd e Scelta civica. Secondo:
accogliere i delusi dal centrodestra a trazione lepenista. Terzo:
presentare una proposta centrista unitaria di riforma elettorale,
prevedendo un premio di maggioranza alla coalizione, piccoli collegi
uninominali e una quota proporzionale. Ma non c’è solo l’Italicum, nei
pensieri del ras toscano. Lo si è intuito mercoledì scorso, durante il
brindisi per il nuovo gruppo parlamentare costituito assieme ai sodali
di Scelta civica. Con alle spalle il logo, Verdini ha improvvisato un
discorso che suonava così: «Altro che Pd, Berlusconi farebbe bene a
capire che se vince il No si torna al Pci. E poi è chiaro che se dovesse
prevalere il fronte contrario alla riforma, il merito della vittoria
andrebbe ai Cinquestelle ». Proprio per attirare la galassia
berlusconiana, il leader di Ala preme per lanciare a gennaio anche una
federazione centrista. Sul progetto, però, pesano ancora i dubbi di
Angelino Alfano.
Continua intanto il duello sul referendum. Per il
costituzionalista Gustavo Zagrebelsky la riforma «è sostenuta dai
grandi gruppi finanziari e oligarchici, ed avversata dai poteri
democratici. Dopo il ricorso Onida sui quesiti si rischia il rinvio del
voto». Non la pensano così i renziani, impegnati a conquistare anche il
voto degli italiani all’estero. Dopo il Sud America la ministra Boschi
ha in cantiere nuove tappe in Svizzera e in Germania. E anche i
cinquestelle non sono da meno. Toccherà a Di Maio scardinare il fronte
del Sì con tre missioni nel cuore della finanza europea: sono previste
tappe a Francoforte, Londra e Berlino.
Il Partito socialista
europeo, intanto, batte un colpo a favore della riforma, approvando
all’unanimità una dichiarazione a sostegno del Sì. Una presa di
posizione che non farà piacere a Massimo D’Alema, da poco rieletto alla
guida della Fondazione per gli studi progressisti europei, assai vicina
ai socialisti continentali.