Repubblica 15.10.16
La scrittrice Catherine Dunne: “Paura che tornino le vecchie barriere”
ROMA.
«Alcuni lo fanno per amore, per desiderio, per il bisogno di sapere che
un muro non li fermerà. Altri, tanti, lo fanno per paura. Per noi le
barriere sono un ricordo terribile». Dalla sua casa di Dublino,
Catherine Dunne confeziona romanzi di successo da almeno vent’anni:
cominciò nel ‘97 con La metà di niente, ora in libreria c’è Un terribile
amore (Guanda).
Perché questa corsa al passaporto irlandese dopo Brexit?
«Ogni
scrittore lo sa: dietro ogni azione possono esserci due forze
ugualmente intense, ma opposte. Amore o paura. Certo, tanti giovani sono
mossi da un desiderio: poter avere la certezza di muoversi liberamente
nell’Unione. Poter avere tante possibilità. Ma per molte persone di
origine irlandese, questa corsa al passaporto è dettata anche dalla
paura ».
Paura di cosa?
«Paura dell’incertezza, economica e
non solo. Paura di discriminazio-ni. La vittoria del Leave è stata anche
frutto dell’odio contro gli immigrati. Il giorno dopo il voto, le
comunità come quella polacca e irlandese si sono sentite sotto scacco.
Temevano di rimanere vittime di quel clima, nonostante i britannici di
origini irlandesi siano davvero tanti e integrati da decenni. Poi c’è la
terza paura, che è arrivata fin qui, fino a Dublino: il terrore che
tornino vecchie barriere».
Tra chi è dentro e chi è fuori dall’Unione? Tra Nord e Sud Irlanda?
«Esatto.
Ricordo i tempi delle uniformi britanniche al checkpoint di Belfast.
Sembrava essere Storia ormai. Il confine, nelle nostre anime, era
diventato invisibile. Dopo decenni di processo di pace, ora, con Brexit,
si risollevano nuove distanze: chi fuori, chi dentro l’Ue. Da questi
muri dell’anima, non si può che voler fuggire». ( f. d. b.)