La Stampa 15.10.16
Hillary: “Circonderemo la Cina con le difese missilistiche”
Le
ultime rivelazioni contenute nelle mail pubblicate da WikiLeaks
“Pechino controlli la Corea del Nord oppure ci difenderemo da soli”
di Paolo Mastrolilli
«Circonderemo
la Cina con le difese missilistiche», se non fermerà il programma
nucleare della Corea del Nord. Quanto alle pretese di Pechino nel Mar
Cinese Meridionale, non hanno alcun senso geografico e storico: «Secondo
questa logica, potremmo rivendicare l’intero Oceano pacifico. Noi
l’abbiamo liberato, noi l’abbiamo difeso. Avremmo così tanti diritti.
Potremmo chiamarlo Mare Americano, ed estenderlo dalla California alle
Filippine».
Queste dichiarazioni le avrebbe fatte Hillary Clinton
nel giugno del 2013, durante una conferenza organizzata dalla banca di
investimenti Goldman Sachs, secondo le ultime mail segrete pubblicate da
WikiLeaks. Sono documenti che non contengono ancora le rivelazioni
disastrose auspicate da Donald Trump, per affossare la campagna
presidenziale della candidata democratica, però aiutano a capire quale
potrebbe essere il suo approccio alla politica estera. Una linea
decisamente più muscolare di quella seguita da Barack Obama, dalla Cina
alla Russia, passando anche dalla Siria alla Corea del Nord.
Secondo
le mail, Hillary si era rivolta così a chi la ascoltava: «Vedete, noi
abbiamo detto ai cinesi che se la Corea del Nord continua a sviluppare
il programma missilistico, e riesce ad ottenere un Intercontinental
Ballistic Missile che ha la capacità di trasportare una testata
nucleare, che poi è il loro obiettivo, noi non potremmo accettarlo».
Quindi l’ex segretaria di Stato aveva proseguito: «Non potremmo
accettarlo perché farebbero danni non solo ai nostri alleati a cui siamo
legati dai trattati, come Giappone e Corea del Sud, ma avrebbero anche
teoricamente la capacità di raggiungere le Hawaii e la costa occidentale
degli Stati Uniti. Quindi dovremmo circondare la Cina con le difese
missilistiche, e dispiegare più mezzi della nostra flotta nella regione.
Perciò Cina, forza. O tu controlli i coreani, oppure noi dovremo
difenderci da loro». Questo perché Hillary non ha dubbi su chi abbia la
responsabilità della crisi: «Il più grande sostenitore di una Corea del
Nord che provoca è il People Liberation Army», cioè le forze armate
della Repubblica popolare. Quanto alle pretese di Pechino sul Mar Cinese
Meridionale, «sono basate sui cocci di qualche nave, finita insabbiata
sopra un atollo».
Questi sono discorsi riservati che Clinton non
ha voluto pubblicare, e certamente una volta alla Casa Bianca non si
esprimerebbe così. Però sono indicativi del suo approccio. Su Mosca, ha
già detto nei dibattiti che in Siria sta commettendo crimini di guerra, e
ha proposto no fly zone per gli aerei e safe zone per i rifugiati, per
fermare l’offensiva di Putin e Assad. Quindi ha aggiunto che «qui in
generale sono in gioco le ambizioni e l’aggressività della Russia». Non a
caso, la campagna di Hillary ha accusato l’intelligence del Cremlino di
aver fornito le mail segrete a Wikileaks, per favorire l’elezione di
Trump, considerato più amichevole verso Putin.
Il candidato
repubblicano ha detto che questa commistione fra Clinton e le grandi
banche dimostra l’esistenza di un complotto globale ordito da
finanzieri, imprenditori e media per abbatterlo. Qui però ha ricevuto
subito una bacchettata dall’Anti Defamation League, che lo ha
sollecitato a «evitare una retorica storicamente usata contro gli ebrei,
che ancora oggi fomenta l’antisemitismo».