Repubblica 13.10.16
D’Alema: “Il Sì ci sta minacciando”
Nuovo attacco dell’ex premier a Renzi: “I poteri forti sono per questa riforma”. Cuperlo tratta sull’Italicum
Polemiche per il sito BastaunSì che richiama il programma del Pdl
di Andrea Carugati
Tra
le “vecchie glorie” alla kermesse per il No organizzata da D’Alema e
Quagliariello, Gianfranco Fini, Cirino Pomicino, Guido Calvi, Lucio
Malan, Mario Mauro, Mario Ferrara. In platea, anche Lamberto Dini,
Cesare Salvi e Bobo Craxi. Sul palco poi i forzisti Paolo Romani e
Renato Brunetta, i leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimiliano Fedriga
ROMA.
Massimo D’Alema lancia con Gaetano Quagliariello una mini-riforma
«chirurgica» della Costituzione da fare «in cinque mesi in questa
legislatura », naturalmente se vince il No. Taglio dei parlamentari, 400
deputati e 200 senatori, entrambe le Camere mantengono il rapporto di
fiducia con il governo. Grande reunion per la presentazione al residence
Ripetta, da Gianfranco Fini a Pippo Civati e Stefano Rodotà passando
per pezzi di Pd e Lega e lo stato maggiore (quasi al completo) di Forza
Italia. «Non esiste uno schieramento politico del No mentre esiste un
blocco politico del Sì, il cosiddetto Partito della Nazione, uno
schieramento abbastanza minaccioso che va dalla maggioranza di governo
ai poteri forti, tuona D’Alema dal palco. «Capita di avvertire un clima
di paura e intimidazione per il quale chi non è d’accordo si deve
sentire colpevole di spingere il Paese verso il baratro», avverte.
Già
oggi partirà la raccolta firme tra i parlamentari sul disegno di legge
costituzionale, che vorrebbe essere il perno - insieme alla nuova legge
elettorale - di un governo del dopo-referendum che punta al 2018. Almeno
un centinaio l’obiettivo di firme. Assolutamente bipartisan. «Se vince
il Sì si rischiano elezioni anticipate sull’onda del plebiscito»,
ricorda D’Alema. In platea alcuni dem, come Davide Zoggia, Massimo
Mucchetti e Paolo Corsini. «Si discute meglio qui che nel Pd», ironizza
Zoggia. Ma Gianni Cuperlo, appena entrato nella commissione Pd per
cambiare l’Italicum a nome delle minoranze, si smarca: «Non condivido il
senso e lo stile delle parole di D’Alema. Non possiamo stressare così
il Paese per due mesi». Proprio in questa direzione va il monito del
Capo dello Stato Sergio Mattarella, che invita a un confronto «sereno e
vicendevolmente rispettoso, tanto più efficace quanto più sarà composto,
prima e dopo il referendum».
Se pezzi rilevanti del centrodestra
vanno alla kermesse dalemiana, il comitato Bastaunsì di impronta
renziana squaderna le similitudini tra la riforma Boschi e il programma
del Pdl del 2013. «Questa corsa a destra la pagheremo cara» protesta il
governatore della Toscana Enrico Rossi. Il Comitato precisa che sul sito
compaiono confronti anche con tesi di altri partiti come il M5S.
Cuperlo, intanto, di fronte allo scetticismo dei bersaniani. fissa in
due settimane il tempo limite per capire se la commissione Pd riuscirà a
fare un passo avanti sull’Italicum. E sprona Renzi: «Faccia una
proposta a nome del Pd».