Repubblica 10.10.16
Referendum, lite sullo spot in tv
L’illustrazione del quesito contestato scatena FI: “Denunciamo Maggioni”
Polemiche anche sull’intervista del premier all’Arena. Par condicio, domani il regolamento
di Monica Rubino
ROMA.
La polemica sul quesito referendario investe le reti Rai. Questa volta
nel mirino delle opposizioni c’è lo spot istituzionale di Palazzo Chigi
sul referendum costituzionale del 4 dicembre mandato in onda in questi
giorni dalla tv pubblica. Nel video scorre il testo dei quesiti letti
dalla voce di uno speaker, che ricorda infine la data del voto. E
secondo alcuni esponenti del fronte del No, il solo fatto di elencare le
domande è di per sé un invito a votare per il Sì. Il primo ad attaccare
la Rai è il capogruppo dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta,
che promette un esposto contro la presidente Monica Maggioni: «Lo spot è
una chiara violazione della par condicio», scrive inizialmente su
Twitter. Poi l’affondo: «Intendo denunciare Maggioni in ogni sede,
all’Agcom, alla Commissione di Vigilanza Rai e alla Procura della
Repubblica. Ieri il premier Matteo Renzi ha parlato per quaranta minuti
di referendum al programma di Massimo Giletti e non doveva essere lì».
Nella
polemica entra anche il deputato di Ap Alessandro Pagano che parla di
«spot truffa, chiara propaganda per il Sì al referendum» e chiede
l’intervento dell’associazione dei consumatori Codacons. Il senatore
della Lega Nord Roberto Calderoli, invece, sottolinea: «Non bastava un
quesito ingannevole stampato sulla scheda. Da un paio di giorni i
cittadini sono bombardati sulle reti Rai dallo spot con lo stesso
messaggio falso e fuorviante».
Da parte sua la Rai è sicura di
essere nel giusto e respinge le accuse ai mittenti. Intanto se la
Vigilanza approverà domani le disposizioni per tribune, confronti e
messaggi autogestiti, il resto dei palinsesti dovrà adeguarsi alle
direttive della legge sulla par condicio del 2000. Stop allora ai
soggetti politici nei programmi di intrattenimento, sì alla loro
presenza in approfondimenti e trasmissioni ricondotte sotto la
responsabilità delle testate, dall’Arena a Che tempo che fa a Gazebo,
nel massimo equilibrio tra le posizioni del sì e del no. A farne le
spese saranno anche docenti, scrittori, scienziati che abbiano aderito
ai comitati referendari: sono considerati “soggetti politici”, pure se
parlano di altri temi. Contrariamente a quanto denunciato da Brunetta,
Giletti ha potuto invece ospitare ieri nel salotto dell’Arena su Rai1 il
presidente del Consiglio, atteso anche domani sera da Gianluca Semprini
a Politics su Rai3. Lo stesso Semprini, dalla prossima settimana, si
occuperà stabilmente del referendum con modifiche al format. E oltre ai
normali approfondimenti, da Uno Mattina a Linea Notte, da Agorà a In
mezz’ora, sono in arrivo spazi dedicati: tre speciali di prima serata su
Rai1, il mercoledì a novembre, curati da Porta a porta con il Tg1.
Sempre su Rai1 dieci appuntamenti in “access prime time”, la mini-fascia
che segue il telegiornale della sera, dal lunedì al venerdì nelle
ultime due settimane prima del voto. E, infine, su Rai2 dal 24 ottobre,
per quattro settimane, una striscia informativa dalle 21 alle 21.10 a
cura del Tg2. Un piano speciale annunciato in cda dal direttore generale
Antonio Campo Dall’Orto che l’opposizione aspetta al varco.