Repubblica 1.10-16
“Nei caveau 150 miliardi di euro” È caccia al tesoro dell’evasione
Secondo
il procuratore di Milano Greco la metà del denaro frutto di illeciti
fiscali sarebbe conservato in contanti. “Tra scudi e voluntary già
rientrati 500 miliardi”
Il magistrato: “Noi i primi al mondo a
stanare le multinazionali americane, dopo quello con Apple, sono in
arrivo altri accordi sulle tasse”
300 mld è la somma frutto di illeciti fiscali depositata dagli italiani nei paradisi del mondo, secondo le stime di Greco
150
mld sarebbero secondo la Procura i capitali liquidi conservati
all’interno delle cassette di sicurezza, in Italia e all’estero
59,5 mld l’imponibile emerso con la prima voluntary disclosure, a cui hanno aderito in 130 mila, per un gettito di 3,8 miliardi
di Emilio Randacio
MILANO.
«Il tesoro nascosto nei paradisi fiscali è compreso tra i 200 e i 300
miliardi di euro, di cui almeno 150 liquidi». Francesco Greco,
procuratore capo di Milano, sceglie la platea di un convegno organizzato
dalla Cgil-Funzione pubblica per lanciare la sua soluzione alla crisi
economica, o quantomeno per recuperare una grossa fetta di liquidità.
«Avete il contratto bloccato da sette anni perché mancano le risorse? –
chiede il magistrato milanese alla platea -. Dai dati delle nostre
inchieste, confortati da Bankitalia, ci risulta che queste sono le cifre
del sommerso, del non dichiarato, il frutto di reati». Il procuratore
milanese entra più nel dettaglio per indicare la via da cui si potrebbe
uscire. «Mi risulta che i contanti chiusi in cassette di sicurezza in
Italia e all’estero siano la gran parte della fetta (circa 150
miliardi). Sempre denaro di provenienza illecita».
Greco, in una
delle prime uscite pubbliche da quando ha sostituito Edmondo Bruti
Liberati, ricorda come, «dai precedenti tre scudi fiscali e dalla
voluntary disclosure (il rientro di capitali esteri approvato alla fine
del 2015), sono già rientrati nel nostro Paese 500 miliardi di euro». Ma
un altro fiume di denaro potrebbe essere recuperato e «permetterebbe ai
cittadini di avere servizi più efficienti e perfino – aggiunge
provocatoriamente – una vacanza di una settimana alle Seychelles
ciascuno».
Il procuratore ricorda come, «primi al mondo», i pm
milanesi siano riusciti a stanare le multinazionali Usa che facevano
affari in Italia, ma pagavano le tasse in Paesi a fiscalità ridotta.
Apple l’apripista, con 318 milioni già versati all’Agenzia dell’Entrate a
fine dicembre. «Presto arriveranno altri accordi», ha detto Greco
ricordando il caso simile che ha al centro il motore di ricerca Google.
«Ora anche l’Europa segue il nostro stesso percorso». E sulla lotta ai
paradisi fiscali, «la procura punterà molto in futuro».
Indica una
via, Greco, ma non risparmia giudizi. «Non mi piace quando la politica
si deresponsabilizza». Il procuratore spiega il concetto, aggiungendo
come «si creano Authority, ma se il sistema non funziona non basta,
bisogna saperlo combattere dall’interno. Non si possono delegare
controlli che spettano magari a funzionari che ricoprono un posto
proprio per verificare la linearità di appalti pubblici».
Il tema
dell’incontro è l’etica e la legalità nella pubblica amministrazione. E
Greco sottolinea come sia necessario «restituire orgoglio e dignità al
pubblico impiego. Persone che spesso vivono nel disagio». I
rappresentanti della Cgil, chiedono quale sia l’apporto che possono dare
per permettere che non si violi la legge e Greco – proprio nel giorno
in cui a Biella si scoprono 33 dipendenti comunali che timbravano il
cartellino e andavano a fare la spesa - replica: «Le vittime di questi
comportamenti sono i colleghi sani». Il procuratore critica gli stessi
sindacalisti, «troppo timidi in passato, quando si conoscevano
situazioni intollerabili». Parla ancora di carte di indagini finite
sulla sua scrivania, in cui il lavoro nero spesso «sfociava in
comportamenti al limite della schiavismo». E conclude: «Anche i
sindacati devono stare vicino a quei cittadini che hanno il coraggio di
denunciare reati. In Italia, chi lo fa rischia pesanti ritorsioni a
differenza di altri Paesi. La legalità è fermare il declino del Paese
causato anche dalla criminalità economica, e permettere uno sviluppo
sano».