sabato 1 ottobre 2016

Repubblica 1.10-16
“Nei caveau 150 miliardi di euro” È caccia al tesoro dell’evasione
Secondo il procuratore di Milano Greco la metà del denaro frutto di illeciti fiscali sarebbe conservato in contanti. “Tra scudi e voluntary già rientrati 500 miliardi”
Il magistrato: “Noi i primi al mondo a stanare le multinazionali americane, dopo quello con Apple, sono in arrivo altri accordi sulle tasse”
300 mld è la somma frutto di illeciti fiscali depositata dagli italiani nei paradisi del mondo, secondo le stime di Greco
150 mld sarebbero secondo la Procura i capitali liquidi conservati all’interno delle cassette di sicurezza, in Italia e all’estero
59,5 mld l’imponibile emerso con la prima voluntary disclosure, a cui hanno aderito in 130 mila, per un gettito di 3,8 miliardi
di Emilio Randacio

MILANO. «Il tesoro nascosto nei paradisi fiscali è compreso tra i 200 e i 300 miliardi di euro, di cui almeno 150 liquidi». Francesco Greco, procuratore capo di Milano, sceglie la platea di un convegno organizzato dalla Cgil-Funzione pubblica per lanciare la sua soluzione alla crisi economica, o quantomeno per recuperare una grossa fetta di liquidità. «Avete il contratto bloccato da sette anni perché mancano le risorse? – chiede il magistrato milanese alla platea -. Dai dati delle nostre inchieste, confortati da Bankitalia, ci risulta che queste sono le cifre del sommerso, del non dichiarato, il frutto di reati». Il procuratore milanese entra più nel dettaglio per indicare la via da cui si potrebbe uscire. «Mi risulta che i contanti chiusi in cassette di sicurezza in Italia e all’estero siano la gran parte della fetta (circa 150 miliardi). Sempre denaro di provenienza illecita».
Greco, in una delle prime uscite pubbliche da quando ha sostituito Edmondo Bruti Liberati, ricorda come, «dai precedenti tre scudi fiscali e dalla voluntary disclosure (il rientro di capitali esteri approvato alla fine del 2015), sono già rientrati nel nostro Paese 500 miliardi di euro». Ma un altro fiume di denaro potrebbe essere recuperato e «permetterebbe ai cittadini di avere servizi più efficienti e perfino – aggiunge provocatoriamente – una vacanza di una settimana alle Seychelles ciascuno».
Il procuratore ricorda come, «primi al mondo», i pm milanesi siano riusciti a stanare le multinazionali Usa che facevano affari in Italia, ma pagavano le tasse in Paesi a fiscalità ridotta. Apple l’apripista, con 318 milioni già versati all’Agenzia dell’Entrate a fine dicembre. «Presto arriveranno altri accordi», ha detto Greco ricordando il caso simile che ha al centro il motore di ricerca Google. «Ora anche l’Europa segue il nostro stesso percorso». E sulla lotta ai paradisi fiscali, «la procura punterà molto in futuro».
Indica una via, Greco, ma non risparmia giudizi. «Non mi piace quando la politica si deresponsabilizza». Il procuratore spiega il concetto, aggiungendo come «si creano Authority, ma se il sistema non funziona non basta, bisogna saperlo combattere dall’interno. Non si possono delegare controlli che spettano magari a funzionari che ricoprono un posto proprio per verificare la linearità di appalti pubblici».
Il tema dell’incontro è l’etica e la legalità nella pubblica amministrazione. E Greco sottolinea come sia necessario «restituire orgoglio e dignità al pubblico impiego. Persone che spesso vivono nel disagio». I rappresentanti della Cgil, chiedono quale sia l’apporto che possono dare per permettere che non si violi la legge e Greco – proprio nel giorno in cui a Biella si scoprono 33 dipendenti comunali che timbravano il cartellino e andavano a fare la spesa - replica: «Le vittime di questi comportamenti sono i colleghi sani». Il procuratore critica gli stessi sindacalisti, «troppo timidi in passato, quando si conoscevano situazioni intollerabili». Parla ancora di carte di indagini finite sulla sua scrivania, in cui il lavoro nero spesso «sfociava in comportamenti al limite della schiavismo». E conclude: «Anche i sindacati devono stare vicino a quei cittadini che hanno il coraggio di denunciare reati. In Italia, chi lo fa rischia pesanti ritorsioni a differenza di altri Paesi. La legalità è fermare il declino del Paese causato anche dalla criminalità economica, e permettere uno sviluppo sano».