domenica 16 ottobre 2016

pagina99 15.10.2016
il leader perfetto è ancora un mistero


I problemi dell’attualità ci portano a vedere le crisi in stretto rapporto con i leader che le rappresentano. Lo racconta Elizabeth Samet nel suo ultimo libro Leadership: Essential Writings by Our Greatest Thinkers (Norton 2016). Per la scrittrice americana ci stiamo abituando al racconto delle crisi economiche o sociali che vanno di pari passo con una crescente venerazione della figura del leader. Venerazione che si traduce in una maggiore vulnerabilità verso i «falsi profeti, i gangsters, i demagoghi», che pretendono di salvarci. È quello che sta succedendo con Donald Trump: dimostra una leadership così forte, nonostante le sue forti componenti autoritarie, da conquistare milioni di elettori. La Somet suggerisce che si è innescato un circolo vizioso: la glorificazione del potere porta a un confronto impietoso tra i leader esistenti e, di conseguenza, alla ricerca di nuove figure di riferimento che li possano sostituire. E non sono solo i supporter di Trump a essere finiti in questo loop alla ricerca del leader perfetto. A scuola, per esempio, mentre in passato si insegnava l’educazione civica, oggi si vogliono formare “i leader del domani”. YouTube è invasa di video che parlano di questo argomento. Nelle università esistono dei gruppi di esperti che studiano la leadership e ci si può iscrivere a corsi di laurea in Leadership and Change, oppure in Ethical and Creative Leadership. La parola “potere” è diventata centrale anche nei discorsi politici. La Samet riporta che in sedici dibattiti analizzati da agosto, tra i candidati alla Casa Bianca è stata utilizzata più di cento volte, anche se è difficile darne una vera e propria definizione. Ci aveva provato già Machiavelli nel Cinquecento con il suo Principe, prima di lui ne avevano parlato e discusso filosofi come Platone e Confucio, ma sapere cosa si intenda esattamente per leader e quali siano le qualità che rendono tale un politico rimane ancora un mistero.