Eutanasia estesa in Olanda a chi ha “completato la vita”
La proposta del governo al Parlamento anche se non si è malati
di Marco Bresolin
Decidere
di farla finita semplicemente perché si ritiene di aver «compiuto» il
senso della propria vita. Assistiti dallo Stato nel cammino verso quella
che spesso viene definita «dolce morte». Sembra incredibile e la
questione è inevitabilmente destinata a sollevare polemiche o quantomeno
un acceso dibattito, ma in Olanda la pratica potrebbe presto diventare
realtà. Lo vuole il governo, visto che due ministri (Salute e Giustizia)
hanno sottoposto al Parlamento una proposta di legge per estendere il
campo di applicazione dell’eutanasia. Non servirà avere una malattia
incurabile per giustificare il desiderio di farla finita «legalmente»,
potrà farlo anche chi è in buone condizioni di salute. Ma non riesce più
a trovare una giustificazione alla propria esistenza.
Nella
lettera spedita ai parlamentari, i due esponenti del governo scrivono
che il sentimento di «vita compiuta è diffuso spesso tra gli anziani» ed
è a loro, in particolare, che la proposta di legge sarà riservata.
Soprattutto a quelli che non riescono ad essere autosufficienti. Ma non è
stato precisato alcun limite di età. Perché non è solo una questione
anagrafica. Nella proposta, i ministri parlano in generale delle persone
che «non riescono più a dare un senso alla propria vita, vivono male la
loro perdita di indipendenza, hanno un sentimento di solitudine, sorto
magari dopo la perdita di un parente». E soprattutto, scrivono, «hanno
bisogno di aiuto per mettere fine alla propria vita». Se non hanno i
mezzi e la forza per suicidarsi perché anziani e deboli, questo il senso
della proposta, lo Stato deve permettere loro di farlo fornendo tutta
l’assistenza necessaria. Il dibattito pubblico olandese ieri si è acceso
e la ministra della Salute, Edith Schippers, è dovuta andare in tv per
spiegare che non si tratterà di «morte su ordinazione», ma servirà «un
processo coscienzioso» per ogni caso che verrà esaminato.
Per
ottenere il via libera dovranno verificarsi delle «rigide condizioni»
ed essere rispettati dei «precisi criteri» per permettere un fine vita
«degno». Lo Stato fornirà «un assistente alla morte», un addetto con una
formazione specifica anche in campo medico che dovrà prima di tutto
verificare se il desiderio di morire può essere spento con un
trattamento. Dopodiché la procedura dovrà essere valutata da una
commissione ad hoc.
Succede così anche per
l’eutanasia «classica», che in Olanda è in vigore dal 2002. Per ottenere
l’autorizzazione, oggi è necessario che la sofferenza per il paziente
sia «insopportabile e senza prospettive di miglioramento». Criteri che
vengono spesso applicati con una certa elasticità: anche demenza e altre
malattie mentali vengono classificate come «insopportabili». I numeri
sono in crescita: lo scorso anno in Olanda sono stati registrati 5.516
casi di eutanasia (nel 2010 erano solo 3.136), pari al 3,9% del totale
dei decessi nel Paese. Nel 70% dei casi la persona era malata di cancro,
mentre il 3% soffriva di malattie mentali.
In
Olanda l’eutanasia è legale anche per i minorenni, ma solo per i
neonati e per chi ha già compiuto 12 anni. Meno di un mese fa in Belgio,
che non ha limiti per l’applicazione sui minori, è stato registrato il
primo caso di eutanasia su un minorenne.