La Stampa TuttoScienze 5.10.16
“Hanno inventato i mattoni del nostro futuro quantistico”
L’analisi del presidente del Cnr Inguscio “Tante meraviglie, dai sensori ai computer”
intervista di Valentina Arcovio
«Dai
sensori per rilevare l’attività cerebrale ai dispositivi quantistici
che permetteranno, ad esempio, di immagazzinare in modo pulito enormi
quantità di dati o di trasmetterli in sicurezza e nel rispetto della
privacy». È puntando sulle applicazioni che Massimo Inguscio, presidente
del Cnr, spiega perché il lavoro di Thouless, Haldane e Kosterlitz ha
fatto guadagnare loro un posto nell’Olimpo dei Nobel.
Professore, qual è la rivoluzione impressa alla fisica dai tre nuovi Nobel?
«Considerato
che le loro scoperte risalgono agli Anni 70 e 80, il lavoro di
Thouless, Haldane e Kosterlitz può essere considerato davvero
visionario. Hanno il merito di essere andati oltre il mondo classico
delle transizioni di fase della materia, come il passaggio di un solido
allo stato liquido o gassoso, per descrivere nuovi stati della materia
stessa, basati sulle caratteristiche “topologiche” di materiali
sottilissimi, bidimensionali o addirittura unidimensionali. Nella
descrizione di una transizione topologica di un materiale sono
importanti le proprietà che rimangono stabili: un po’ come quando si
deforma una ciambella, visto che alla topologia interessa che questa
mantenga il buco. Proprio per questo materiali così sottili, portati a
temperature prossime allo zero assoluto, mantengono il comportamento
quantistico anche in presenza di difetti o imperfezioni. Sono
transizioni di fase completamente diverse da quelle classiche, tipo il
passaggio dell’acqua da liquida a ghiaccio, e possono essere descritte
solo introducendo la topologia».
Con quali implicazioni?
«Si
è aperta la strada a una fisica di superfrontiera che ha già permesso
di realizzare materiali nuovi e che, in futuro, realizzerà tecnologie
quantistiche molto innovative. Oggi, per esempio, questi materiali sono
utilizzati per rilevare i campi magnetici. Altre applicazioni si
realizzano in medicina, come nell’elettroencefalogramma: questi sensori
analizzano l’attività cerebrale e ci sono laboratori del Cnr che grazie a
loro studiano se esistono legami tra l’attività cerebrale e alcune
malattie».
E le applicazioni di frontiera?
«I Nobel hanno
gettato le basi su cui si costruiranno le tecnologie quantistiche: è un
settore su cui investe tutto il mondo e l’Europa in particolare.
L’obiettivo è realizzare materiali per dispostivi intelligenti in grado
di aumentare le capacità di trasmissione e memorizzazione».
Quale sarà il ruolo dell’Italia?
«Siamo
già uno dei protagonisti: il Cnr coordina una “roadmap” sulle
tecnologie quantistiche che prevede importanti sinergie tra università e
industria».