La Stampa 7.10.16
1948
Il cardinale Fossati: niente aiuti agli ebrei “sono turbolenti e hanno già fin troppo”
Alla
fine della guerra, l’arcivescovo di Torino disse no all’assegno del
Vaticano destinato a un campo di rifugiati. Una studiosa ha ritrovato la
lettera del rifiuto
di Ariela Piattelli
Nel
marzo del 1946 l’Arcivescovo di Torino Maurilio Fossati rispediva al
mittente, al Vaticano, un assegno di 100 mila lire destinato agli aiuti
per i mille ebrei scampati ai campi di sterminio nazista, ospitati nel
campo profughi di Grugliasco, una delle stazioni di sosta, prima di
prendere il mare per la Palestina. I sopravvissuti all’orrore, tutti
stranieri, non erano considerati degni della carità perché «in massima
parte soggetti turbolenti, trattati troppo bene e che abusano vendendo
al mercato nero quello che sovrabbonda, che lasciano molto a desiderare
quanto a moralità, donne in soli calzoncini succinti». Lo rivela un
documento straordinario, ritrovato quasi per caso da Giulietta Weisz,
ricercatrice volontaria dell’Associazione Italia-Israele. La lettera
firmata dal Cardinal Fossati del 31 marzo del ’46, in cui spiega al
Monsignor Baldelli della Pontificia Commissione Assistenza a Roma le
ragioni del rifiuto dell’assegno, riporta parole durissime e di
disprezzo nei confronti degli internati.
Il comandante del campo
di Grugliasco, il Maggiore Brunnel, timoroso che il Vaticano potesse
entrare nei suoi affari e aprire un’inchiesta sul campo, aveva convinto
il Cardinale, prima con una visita, poi con un rapporto dettagliato, che
i mille sopravvissuti alla Shoah erano trattati fin troppo bene e che
non era necessario altro denaro visto che di loro se ne occupavano già
gli alleati (come l’Unrra - «United Nations Relief and Rehabilitation
Administration» e l’ente ebraico «American Joint Distribution
Committee»). Ed è bastato poco per convincere Fossati ad impedire che
l’assegno fosse destinato agli aiuti. Brunnel era andato da lui con due
crocerossine, descritte dall’Arcivescovo nella lettera ritrovata come
«persone mature, di molto criterio, ottime cristiane».
«Parrebbe
che dalla strage degli ebrei siano sopravvissuti i meno degni: ungheresi
e rumeni poi sono i più cattivi» scrive ancora Fossati, riportando le
parole di una delle accreditate sorelle.
E con la promessa che
forse in un pomeriggio libero avrebbe visitato il campo, il cardinale
allega alla missiva l’assegno, perché era inutile che «il S. Padre
sprecasse denaro per loro (i sopravvissuti)».
Il documento è stato
ritrovato per caso da Weisz, nel corso di un’altra ricerca. «Cercavo
notizie sulla permanenza di Judith Arnon (personaggio della danza
israeliana) in un convento ad Avigliana - spiega Weisz - Sono andata in
Curia e nel corso della ricerca ho visto sporgere un foglio ingiallito
da una cartella. Era la lettera di Fossati. Mi sono subito resa conto
della portata storica del documento, che mi ha rivelato un’unica realtà.
Si trattava di una dichiarazione di puro antisemitismo. Ogni parola
della lettera che si riferisce ai sopravvissuti, a gente che ha perso
ogni cosa e che porta i segni dell’orrore nel corpo e nella mente, è
durissima. Ma la citazione della suora crocerossina sui “meno degni” mi
ha colpito di più. Sono figlia di un ebreo ungherese, e ho trovato
queste parole insostenibili».
Dopo la scoperta della lettera, la
ricercatrice è andata a verificare se questa era conservata anche
nell’archivio segreto vaticano.
«Ho trovato una cartella sulla
corrispondenza, ma era vuota - continua -. È presumibile che qualcuno
abbia ritenuto il documento scomodo». Ieri sera la Weisz insieme a Laura
Camis de Fonseca, ha presentato il documento a Torino durante l’evento
dell’Associazione Italia-Israele «Shoah, Alia Bet e Vaticano. Un
ritratto del Cardinale Maurilio Fossati e della politica di Pio XII
verso gli ebrei».
«Questo terribile documento è una goccia in un
mare dice Angelo Pezzana, direttore di Informazionecorretta, da sempre
impegnato su questo tema - nel sommerso degli archivi secretati che il
Vaticano si rifiuta di rendere pubblici, impedendo così agli storici di
conoscere e studiare quanto avvenuto durante la Shoah e negli anni
successivi».