La Stampa 3.10.16
D’Alimonte: premio di coalizione ok, ma guai a toccare il ballottaggio
“Se vince il no al referendum si torna al proporzionale”
intervista di Carlo Bertini
«Se
vince il no al referendum, di certo si torna al proporzionale e ad una
instabilità peggiore di quella della prima repubblica, se vince il Sì,
molto dipenderà dal giudizio della Consulta». Parola di Roberto
D’Alimonte, esperto di sistemi elettorali e ispiratore dell’Italicum.
Professore,
secondo lei fa bene Renzi a mettere in palio Italicum con una proposta
entro ottobre per provare a salvare il referendum?
«Dipende,
l’Italicum può esser modificato, anche col premio alla coalizione, si
possono cambiare i capilista bloccati, ma non si deve cancellare il
ballottaggio. Rispetto alla riforma costituzionale, la legge elettorale è
uno strumento più potente per cambiare le cose, perché favorisce la
stabilità e la responsabilità dei governi. Napolitano e altri chiedono
l’abolizione del ballottaggio, ma Renzi spero che non lo conceda.
Sarebbe un grave errore, perchè non si favorisce la stabilità dei
governi. E un segno di debolezza evidente, sarebbe come rinnegare un
progetto in cui ha investito la sua carriera, un sistema in cui i
cittadini scelgono i governi, così come scelgono i sindaci e i
governatori».
E quindi cosa potrebbe proporre Renzi?
«Fra le
possibili modifiche che potrebbe proporre senza snaturare l’Italicum e
senza rinunciare al doppio turno c’è quella del provincellum, collegi
uninominali su base provinciale. Modifiche che cambiano il meccanismo di
selezione degli eletti, sostituendo i capilista bloccati e il voto di
preferenza».
E dare il premio di maggioranza alle coalizioni e non ai partiti cosa può comportare?
«Un
ritorno ai veti e ricatti dei piccoli partiti. I grillini griderebbero
alla manipolazione delle regole del gioco in corsa, questa modifica
sarebbe vista come strumento per impedire la loro vittoria. Però se
questo fosse il prezzo da pagare per vincere il referendum, così sia. Ma
temo non sia sufficiente ad accontentare i sostenitori del no. Che
vogliono la cancellazione del ballottaggio, quello è il vero obiettivo».
L’Italicum rischia la vita solo se Renzi perde il referendum?
«Se
vince il no ci sarà una nuova legge proporzionale. Il tipo di
correzione dipenderà dalle trattative e si concentrerà su tre fattori:
la soglia di sbarramento per accedere alla ripartizione dei seggi, un
eventuale premietto di governabilità, ma non di maggioranza. Il terzo è
la dimensione delle circoscrizioni in cui verranno assegnati i seggi.
Anche Berlusconi nelle condizioni in cui è il centrodestra sa che con un
sistema proporzionale Forza Italia diventa l’ago della bilancia. Per
questo, chi vota no, vota per far tornare in gioco Berlusconi. Il Pd
così non potrebbe fare un governo senza Forza Italia. Il rischio è che
non lo riesca a fare anche con Forza Italia.».
Il Mattarellum 2.0 di Bersani assicura un vincitore certo la sera del voto?
«La
sinistra Pd chiede il ritorno ai collegi e il turno unico, via
impraticabile sul piano parlamentare perché non ha una maggioranza che
la sostenga al di là delle chiacchiere. Non solo non favorisce la
stabilità dei governi, ma può provocare distorsioni della rappresentanza
molto più gravi dell’Italicum».
Possibile che vincano i grillini con il proporzionale? Magari arrivando primi ma senza poi governare con nessuno?
«Esatto.
Uno scenario possibile è che arrivino primi e per sedersi sulla riva
del fiume ad aspettare i cadaveri dei partiti tradizionali che passano.
Tutti scenari futuribili, ma la cosa certa - non probabile, ma certa - è
che col proporzionale si torna a governi di coalizione. Una totale
instabilità e per questo i mercati sono preoccupati». [car.ber.]