La Stampa 31.10.16
Guerra di sondaggi tra Sì e No
I renziani: la distanza si accorcia
Leopolda dedicata a celebrare i “sì”: dalla fine di Equitalia alle unioni civili
di Carlo Bertini
La
guerra dei sondaggi sul referendum è già partita e si preannuncia
aspra. In ogni campagna chi insegue deve dare la sensazione di potercela
fare per motivare i suoi elettori e conquistarne di altri.
Il
fronte del no dunque guida la volata finale, ma non c’è l’allungo che
nel ciclismo consente di dire ben prima del traguardo chi vincerà la
tappa, anzi la distanza si accorcia: almeno questa è la vulgata del
gruppo degli inseguitori, la squadra del Sì capitanata da Renzi. Dove si
ricorda sempre la leggenda del «sorpasso» del Pd ad opera di Grillo,
che sarebbe dovuto andare in scena alle europee. E dove tutti sono
convinti che il film della gara in corso è un’altro. Perché i sondaggi
in mano al premier-segretario sono diversi da quelli secondo cui il No è
avanti di quattro, sei o addirittura otto punti. Le rilevazioni
riservate commissionate a vari istituti, tra cui Swg, narrano una storia
diversa: il distacco tra No e Sì c’è, ma è dimezzato, solo un paio di
punti. Il fronte pro-riforma starebbe infatti tallonando quello dei
contrari a meno 2 per cento di distanza.
«Ma il trend è
decisamente positivo per noi nell’ultimo mese e le distanze sempre più
brevi», dicono i timonieri della nave del Sì. Tradotto, sarebbe in corso
quell’inversione di tendenza, quel rimbalzo che dir si voglia, che fino
ad ora la maggioranza dei sondaggi non ha registrato. Insomma il Sì
cresce e il No è fermo. Sarebbe una sorpresa la forbice che si
restringe, nella tendenza che non fa registrare grossi scostamenti da
settimane: dove il No è sempre avanti. Negli ultimissimi giorni pare
però si siano congelati di nuovo i due fronti, senza crescere o scendere
nessuno dei due, dato che preoccupa di nuovo la war room del leader.
E
se la maggioranza degli elettori crede che il referendum sia una
consultazione a favore o contro Renzi e il governo, stando al sondaggio
Demos riportato da Repubblica, la convinzione del premier è assai
diversa. Tanto che nel prossimo week end farà celebrare tutti i Sì
collezionati dal governo della generazione «leopoldina»: dalla legge
sull’omicidio stradale fino alla «rottamazione» di Equitalia, passando
per la legge sulle unioni civili. La volata finale sarebbe dunque ancora
apertissima e per questo il premier continua a spendersi a perdifiato,
con una sola pausa ieri per via del terremoto. E un contatto ravvicinato
tra le due guarnigioni del Sì e del No ci sarà proprio alla Leopolda,
teatro anche quest’anno di contestazioni, già organizzate da settimane
dal fronte anti-governativo.