La Stampa 29.10.16
Boeri e l’Inps
Dacci oggi la polemica quotidiana
di Roberto Giovannini
Dal
presidente dell’Inps Tito Boeri – non nuovo per la verità a queste
uscite, che danno moltissima noia al governo – arrivano quattro
potentissime bordate rivolte contro le recenti scelte dell’Esecutivo in
materia di previdenza. Nel giorno in cui l’Osservatorio Inps fa sapere
che addirittura 4 pensionati su 10 devono campare con un assegno di
importo inferiore ai mille euro al mese, l’economista in un’intervista
al Corriere della Sera ha detto che le misure pensionistiche varate dal
governo aumentano il rosso previdenziale di 44 miliardi.
Poi,
partecipando a un convegno a Torino ha spiegato che l’Ape volontario
(l’anticipo pensionistico a pagamento) non è conveniente, e dunque
aderiranno in pochi. Ha di seguito ribadito che invece l’Ape “social”
(quello a carico dello Stato) è costosissimo per le casse pubbliche. E
per concludere, ha detto che quando si tratta di esodati e di misure di
salvaguardia «gli impegni del governo non sono credibili».
Niente
male per una giornata sola, avranno pensato a Palazzo Chigi e al
ministero del Lavoro. Va detto che rispetto a una prima lettura, secondo
la quale Boeri avrebbe accusato di scarsa credibilità nel suo complesso
il governo, il presidente dell’Inps ha diffuso un chiarimento: «Mai
detto e mai pensato che gli impegni del governo sono poco credibili.
Anzi, le osservazioni che in passato ho rivolto all’esecutivo le ho
fatte proprio perché so che il governo si impegna seriamente sui suoi
piani. Oggi mi sono espresso unicamente sul tema delle salvaguardie,
precisando che ci avevano detto che la settima sarebbe stata l’ultima
invece ora c’è l’ottava e ho già il tam tam della nona».
Resta il
fatto che la valutazione di Tito Boeri sulle ultime mosse del governo
resta devastante. Le misure varate - quattordicesima, precoci e la Ape
social – «aumentano il debito pensionistico di circa 20 miliardi». E se
ci si somma la no tax area, gli sconti per l’Ape volontaria e il
prolungamento dell’Ape social oltre il 2018, fanno altri 24 miliardi di
debito in più.
Così si apre uno spiraglio ad altre future costose
elargizioni, e la sanatoria per i contributi pensionistici lancia un
segnale sbagliato.
Intanto, sempre l’Inps, informa che ben il
39,6% dei pensionati italiani, pari a circa 6,4 milioni di persone, ha
un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Sotto i 1.000
euro ci sono più donne che uomini (il 48,3% contro il 29,8%), 2,03
milioni di pensionati possono contare su meno di 500 euro al mese, 3,36
milioni tra 500 e 1.000.