Corriere 29.10.16
Pensioni, il governo replica a Boeri. Sale la tensione con il vertice Inps
Il presidente dell’Istituto: l’Ape non conviene. Assegni sotto mille euro a quota 6,4 milioni
di Lorenzo Salvia
ROMA
Il governo contesta le cifre sulla riforma delle pensioni fornite dal
presidente dell’Inps. Intervistato dal Corriere della sera , Tito Boeri
aveva detto che, nel lungo periodo, il pacchetto previdenziale inserito
nel disegno di legge di Bilancio potrebbe arrivare a costare 44 miliardi
di euro. Mentre la riforma che lo stesso Boeri aveva proposto al
governo, e che invece è stata scartata, avrebbe abbassato il debito
pensionistico di circa il 4% del prodotto interno lordo. Lette quelle
cifre, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso
Nannicini ha telefonato a Boeri. Non è trapelato nulla ma non deve
essere stato un colloquio disteso. Sulle cifre il governo sostiene che
il pacchetto del disegno di legge di Bilancio peserà sul bilancio dello
Stato per 7 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Mentre la riforma
Boeri avrebbe avuto un costo fino a tre volte superiore. Nel lungo
periodo, sempre secondo il governo, sarebbero troppe le variabili in
gioco per poter fare un confronto realistico. Ma al di là dei numeri,
tra Boeri e il governo il rapporto sembra ancora più difficile.
Ieri
il presidente dell’Inps è tornato sulla questione: «Mi sembra che gli
impegni del governo non siano tanto credibili». ha detto a margine di un
convegno sul welfare organizzato a Torino. Poi ha precisato che quella
frase si riferiva solo alla questione degli esodati, i lavoratori che
rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione: «Avevano detto
che la settima salvaguardia sarebbe stata l’ultima - ha spiegato -
invece ora c’è l’ottava (inserita proprio nel ddl di Bilancio, ndr) e ho
già il tam tam della nona». Parole che gli sono valse la gelida replica
del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Prendo atto con
soddisfazione della precisazione del presidente dell’Inps. Ritengo, del
resto, che non si possa dubitare circa l’impegno del governo». Di fatto
quella di Poletti è l’unica, stringata, replica ufficiale che il governo
ha concesso all’intervista. Nell’esecutivo e nella maggioranza nessuno
vuole alimentare uno scontro che ormai è nei fatti, tanto meno a un mese
dal referendum sulla riforma costituzionale. E con l’Inps che giocherà
un ruolo fondamentale per far funzionare l’Ape, l’anticipo
pensionistico, una delle misure più importanti tra quelle inserite dal
governo nel ddl di Bilancio.
Sulle pensioni, ieri l’Inps ha
diffuso i dati relativi al 2015. La spesa complessiva è cresciuta
dell’1,2%, toccando i 280,2 miliardi di euro. E questo anche se il
numero di persone che ricevono un assegno è sceso di 100 mila unità,
attestandosi a quota 16,2 milioni. Il reddito medio pro capite è di
17.323 euro lordi l’anno. Il 39,6% dei pensionati italiani ha un reddito
mensile al di sotto dei mille euro. Questa percentuale è in leggera
discesa e dovrebbe diminuire ancora con i ritocchi alla quattordicesima,
sempre inseriti nel ddl di Bilancio. Un’altra questione che ha diviso
il governo e Boeri, secondo il quale «sette volte su dieci la 14/ma va a
persone che non sono povere».