mercoledì 26 ottobre 2016

La Stampa 26.10.16
La lettera Ue: impegni non rispettati
“Più chiarezza sui migranti e il deficit va corretto”
Lettera dell’Europa: Roma deve chiarire le spese entro domani
Renzi: pronti al veto sul bilancio Ue. Padoan: la manovra non cambia
di Marco Bresolin

Il confronto politico all’interno della Commissione è andato avanti più del previsto e ha coinvolto l’intero collegio dei commissari, che ieri pomeriggio si è riunito a Strasburgo. Ma alla fine il team guidato da Jean-Claude Juncker ha deciso di scrivere all’Italia per contestare «alcuni punti» del suo piano di bilancio presentato più di una settimana fa. La lettera è arrivata soltanto ieri sera, dopo due giorni di limature del testo. I contenuti del messaggio da recapitare erano chiari da tempo, quella che andava definita nel dettaglio e soppesata era la terminologia.
Ne è uscito un testo ricco di osservazioni fattuali, ben attento ad evitare considerazioni di natura politica. Nel quale si insiste in modo particolare sull’andamento del deficit strutturale – che aumenta anziché diminuire -, si ricordano all’Italia gli impegni presi nel maggio scorso e si sollevano alcuni dubbi sull’ «ammontare» delle spese per le circostanze eccezionali, quelle legate al sisma e all’emergenza immigrazione. Nulla di nuovo, ma su questo è tornato ieri Matteo Renzi, che non cambia di un millimetro la sua linea. «Se l’Ue vuole abbassare le spese per i migranti in Italia, noi abbassiamo le spese – ha detto in modo provocatorio a Porta a Porta - . Aprano le porte e noi abbassiamo le spese. Invece della bocca aprano il portafogli». E minaccia addirittura di mettere il veto sul bilancio Ue.
L’Italia ha ora poco più di 48 ore per rispondere alle osservazioni di Bruxelles: i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis «entro il 27 ottobre» si attendono alcuni chiarimenti che consentiranno alla Commissione di fare le sue «ulteriori analisi». Ed eventualmente respingere la manovra già entro lunedì prossimo, senza aspettare la fine di novembre. Ipotesi questa su cui quasi nessuno scommette. Stesso discorso per gli altri Paesi destinatari della lettera: Belgio, Spagna, Lituania, Cipro, Portogallo e Finlandia.
Moscovici e Dombrovskis chiedono a Padoan «spiegazioni riguardo alla revisione degli obiettivi e alla differenza sostanziale che emerge rispetto agli impegni presi nella scorsa primavera» e contenuti nella lettera del governo italiano datata 17 maggio 2016. Nella missiva spedita all’Italia (l’unica insieme a quella per la Finlandia ad essere più lunga di una pagina, seppur di poco), i due commissari ricordano che Roma «ha beneficiato di una significativa flessibilità nel 2015 e nel 2016». Una parte di questa flessibilità – si sottolinea – era stata concessa «a condizione che l’Italia ne facesse uso per aumentare gli investimenti, progredire nell’agenda delle riforme strutturali e presentare piani credibili per realizzare gli aggiustamenti di bilancio nel 2017».
«Una valutazione preliminare del Dbp (Draft Budgetary Plan, il piano di bilancio, ndr) – si legge - suggerisce che il cambiamento previsto del saldo strutturale nel 2017, calcolato in base alla metodologia concordata, è negativo, e ben al di sotto dello 0,6% del Pil o più richiesto dal Consiglio il 12 luglio 2016». I conti italiani prevedono infatti un peggioramento del deficit strutturale, pari a 0,4%, e non un miglioramento di 0,6% come raccomandato: la differenza è pari a un punto. È questo il vero tasto dolente della manovra, non tanto lo scostamento di 0,1% nel deficit nominale rispetto alla cifra concordata con Bruxelles (da 2,2% si è passati a 2,3%). Per l’Ue, dunque, questa potrebbe essere la dimostrazione che l’Italia non rispetta le condizioni sulla base delle quali le era stata garantita la flessibilità nel 2016. Sulla natura delle spese per le «circostanze eccezionali», Bruxelles dice di averle già riconosciute come tali in passato. Fin qui tutto bene. Ma ciò che chiede all’Italia sono alcuni «chiarimenti sull’ammontare» di tali spese. Pier Carlo Padoan assicura che la manovra non cambia. «È definita nel dettaglio – ha detto il ministro dell’Economia – e sarà mantenuta». I ritardi, sostiene, sono legati solo ad alcune «novità tecniche».