mercoledì 26 ottobre 2016

La Stampa 26.10.16
L’ultimatum sui conti che non tornano
di Marco Zatterin

Il tono è freddo come quello del medico che scrive per dirti che hai dei brutti calcoli renali. La Commissione Ue lo usa per misurare la manovra 2017 del governo Renzi e starsene alla larga dalle polemiche. Si focalizza su considerazioni e richieste di chiarimenti. Ricorda che Roma, incassata lo scorso anno una dose «significativa» di flessibilità, s’è impegnata a portare i conti sulla strada della sostenibilità di medio termine. Nel progetto di bilancio, però, Bruxelles tutto questo non lo vede, così come la correzione del saldo strutturale non le pare coerente con gli obiettivi. Chiede pertanto d’essere aiutata a capire le ragioni degli scostamenti. Ben disposta a scorporare dal conteggio del deficit le spese eccezionali, rivela poi di non avere chiaro il quadro degli esborsi straordinari per migranti e catastrofi.
La voglia di ordinaria amministrazione finisce col secco ultimatum a rispondere entro domani, anche se è difficile che succeda qualcosa prima del 5 dicembre. Renzi continuerà a inseguire consensi fra derapate euroscettiche e provvedimenti «elettorali». Bruxelles cercherà di lasciarlo fare sinché le sarà possibile e le altre capitali glielo permetteranno. Ma dopo il voto bisognerà tornare a guardare in faccia la realtà, visto che la vittoria del «sì» potrebbe mettere il governo al sicuro, ma non basterà a garantire le coperture e le spese straordinarie che Bruxelles vorrebbe fossero chiare e che invece, a suo avviso, sono tutte da dimostrare. E magari da sanzionare.