lunedì 24 ottobre 2016

La Stampa 24.10.16
Il rischio risse fra deputati e il turn over dei commessi
di Carlo Bertini

Cosa c’entra il blocco del turn over dei dipendenti della Camera, quasi duemila dieci anni fa e oggi ridotti «solo» a milleduecento unità, con la legge per dimezzare gli stipendi dei deputati? Può entrarci eccome. Non sul piano normativo, ma su quello fisico. Pochi sanno che alla Camera vige una sorta di «allarme rosso», un codice speciale che viene lanciato in tutti i corridoi, ai piani alti e bassi, fino ai seminterrati, quando in aula scoppiano schiamazzi che possono degenerare: a quel segnale tutte le forze disponibili, cioè i commessi sparsi ovunque, devono convergere in aula per sedare le risse. E pochi sanno tra l’altro che per frenare le intemperanze delle parlamentari donne possono intervenire solo le commesse, perché agli uomini è vietato toccare il gentil sesso anche con un dito.
Ebbene, tra oggi e domani, quando si discuterà e voterà la legge dei cinque stelle per tagliare le buste paga dei deputati, con le tribune cariche di aficionados scatenati chiamati a raccolta da Grillo in persona, l’allarme rosso potrebbe scattare. E il timore che in questi casi fa fibrillare i graduati è che il gap generazionale tra deputati e commessi possa creare qualche difficoltà in più a riportare l’ordine in aula e a placare i bollenti spiriti.
Infatti, se domani, causa dibattito infuocato sugli stipendi dei deputati, nervo sensibilissimo capace di far gonfiare le giugulari di parlamentari d’ogni gruppo, dovesse scoppiare qualche tumulto, si riprodurrebbe un problema ormai considerato endemico da chi deve garantire la sicurezza a Montecitorio. «Abbiamo oggi deputati molto giovani e in forze con un’età media molto bassa e commessi invece più anziani di loro: quelli che dovrebbero sedare risse sono tutti invecchiati, l’età media si è alzata e sono pure diminuiti di numero», racconta un dirigente. Un modo come un altro per dire che forse, approfittando pure del restyling del Senato se andasse in porto la riforma, sarebbe l’ora di rifare i concorsi perché ormai è tutto fermo, tra prepensionamenti e blocco del turn over, e questa è una delle conseguenze paradossali. Ma con l’aria che tira, è una richiesta che nessuno si sognerebbe mai di fare.