La Stampa 23.10.16
Perché No
Alessandro Pace
“Soluzione spregiudicata che divide il Paese”
Perché la riforma peggiora l’equilibrio dei poteri, professor Pace?
«Per
rispondere è necessario ricordare quale ne sia la causa. Il Parlamento
di questa legislatura è stato eletto sulla base di una legge elettorale,
il “Porcellum”, che la Corte costituzionale dichiarò incostituzionale
nel gennaio 2014 in quanto violava il principio di rappresentatività e
la parità del voto dei cittadini. Il Pd, alla Camera, aveva infatti
ottenuto 127 seggi in più di quelli cui avrebbe avuto diritto, Fi e M5S
ne avevano avuti rispettivamente 51 e 58 in meno. Ciò nondimeno, appena 4
mesi dopo governo e maggioranza iniziavano un azzardato percorso di
riforma con un Parlamento “non” rappresentativo. Un percorso
spregiudicatamente condotto in maniera divisiva, sostituendo
irregolarmente in Commissione senatori di maggioranza, eliminando al
Senato il relatore di minoranza, applicando agli emendamenti la tecnica
del “super-canguro”, grazie alla quale venivano fatti fuori, con un
colpo solo, gli emendamenti non graditi».
E nel merito?
«Il
Senato non sarà più un contro-potere perché i 100 senatori non voteranno
la fiducia al Governo; non verrà eletto direttamente dai cittadini (ciò
che viola l’articolo 1 della Costituzione); sarà costituito da
consiglieri regionali e da sindaci che lavoreranno part-time, con 2-3
giorni alla settimana insufficienti per le loro importanti funzioni; i
100 senatori non avranno voce in capitolo nelle elezioni del Presidente
della Repubblica in quanto saranno surclassati, nel numero, dai 630
deputati; il Presidente della Repubblica nominerà 5 senatori per la
stessa durata della sua carica, creando così un suo consistente
partitino…».
Il Senato rappresenterà le autonomie?
«Ciò
sarebbe vero solo se l’Italia fosse uno Stato federale al pari della
Germania o degli Usa. Ma l’Italia non lo è, quindi il Senato non
rappresenterebbe le Regioni e la rappresentanza sarebbe, come adesso,
politico-partitica e non territoriale. Per la stessa ragione il Senato
non avrebbe titolo per eleggere, da solo, due giudici costituzionali,
ciò essendo possibile solo in uno Stato federale. II Senato, ancorché
non eletto dai cittadini, continuerebbe a essere organo dello Stato e
come tale approverebbe leggi sia ordinarie che costituzionali. Le
incongruenze sono così numerose, che il nuovo Senato sembra fatto
apposta per non funzionare».