La Stampa 23.10.16
Sinistra cercasi disperatamente
di Giuseppe Salvaggiulo
«I
lavoratori delle nazioni europee e le loro famiglie non hanno più una
casa comune in quella che sotto varie denominazioni continua a
considerarsi la sinistra politica», esordiscono gli economisti Aldo
Barba e Massimo Pivetti nel pamphlet La scomparsa della sinistra in
Europa (Imprimatur, pp. 256, € 16). Argomentano che nei «Trent’anni
gloriosi» (1949-1978) le conquiste del lavoro salariato aiutarono lo
sviluppo socioeconomico, alimentando un virtuoso circuito produttivo
grazie alla forte domanda interna. Al contrario, nei successivi «Trenta
pietosi» l’affermazione dei postulati neoliberali (apertura dei flussi
di capitali merci e manodopera, deflazione salariale, deregolamentazione
del mercato del lavoro, contenimento dello stato sociale, regressività
della tassazione, privatizzazioni, politiche di bilancio rigoristiche)
ha generato modesta crescita del Pil, cronica disoccupazione di massa,
produttività stagnante, diffuso impoverimento.
La conclusione
degli autori è che appiattirsi su questi paradigmi s’è rivelato un
pessimo affare per le società occidentali. La liberazione incondizionata
degli animal spirits capitalistici non ci ha resi più ricchi, anzi. La
sinistra ne porta la principale responsabilità e ne paga, con la sua
scomparsa, il prezzo maggiore. Tutto comincia dalla vittoria di
Mitterand in Francia nel 1981, «inizio della fine» e di una sconsiderata
e malintesa «corsa alla modernità» che in Italia è diventata «una lunga
marcia verso il vuoto ideologico».
Nemmeno la grande crisi
cominciata nel 2008 ha cambiato l’orizzonte. I dividendi
dell’arretramento liberista li incassa per lo più il nazionalismo di
destra. E allora, che fare? La risposta degli autori è «superare
l’inerzia culturale» con rilancio delle politiche pubbliche, ritorno al
classismo, difesa dei ceti popolari. In sostanza un mero riavvolgimento
del nastro della storia ai «Trenta gloriosi».
È una risposta
soddisfacente? Le politiche sperimentate fino agli Anni 70 sono
riproducibili sic et simpliciter? Che effetti avrebbero in sistemi
economici interconnessi e in contesti istituzionali sovranazionali? E
come la mettiamo con l’insuccesso dei partiti nati da scissioni a
sinistra su posizioni di questo tenore? Seguirà dibattito, anche grazie a
questo libro.