domenica 23 ottobre 2016

La Stampa 23.10.16
Domani il verdetto Ue su deficit e migranti
di P. Bar.

La legge di bilancio, alla fine, sarà pronta solo martedì. E la ragione è presto detta. Oltre a dover sistemare gli ultimi dettagli il governo vuole aspettare il pronunciamento della Commissione Ue in programma lunedì. A Roma hanno messo in conto che da Bruxelles possa anche partire un richiamo al nostro indirizzo. La decisione però non è stata ancora presa. Spetta ai capi di gabinetto analizzare i vari documenti trasmessi nei giorni scorsi ed eventualmente fischiare il fallo. La scadenza di lunedì non è casuale ma è codificata nel Two-pack, il pacchetto di norme che a partire da metà 2013 è servita a rafforzare i meccanismi di controllo sui bilanci degli Stati membri che affondano le loro radici nel trattato di Maastricht. Per la precisione di tratta dell’articolo 7.2. Che tra l’altro non specifica se l’eventuale comunicazione debba per forza avvenire in forma scritta o per via orale.
Non è un segreto che la Commissione europea non abbia gradito la mossa italiana di fissare al 2,3% il deficit 2017, rispetto all’1,8 già concordato. E per questo chiede di scendere al 2,2%. Si parla insomma di uno 0,1% di deficit (1,6 miliardi di euro appena).
Giunti a questo punto prudenza vuole che prima di chiudere definitivamente il testo si aspetti il responso di Bruxelles. Per evitare di doverci rimettere mano, con tutto quello che ne consegue tra polemiche interne e nuove frizioni. Il governo sembra però convinto delle sue buone ragioni dal momento che i 4 decimali in più di disavanzo riguardano i fondi destinati alle emergenze, terremoto e immigrati, che quindi non vanno calcolati nel deficit.
Giusto venerdì, del resto, l’Italia è riuscita a segnare un punto a suo favore facendo inserire nel comunicato finale del Consiglio europeo il riconoscimento per gli sforzi «eccezionali» sostenuti dai Paesi alle prese con l’ondata straordinaria di immigrazione. Questione su cui il ministro Padoan ha battagliato a lungo e che ora dovrebbe consentire all’Italia di contrattare più agevolmente con la Commissione. Basterà il timbro di tutti i capi di governo dei 27 per salvare quello 0,1 di deficit in più?