La Stampa 22.10.16
La debolezza dell’Europa favorisce il governo
di Marcello Sorgi
Anche
se nel confronto notturno con gli altri leader ha avuto un ruolo
decisivo per impedire un nuovo giro di sanzioni verso la Russia, che
avrebbero reso ancora più complicato lo scenario del conflitto siriano,
Matteo Renzi ha definito il vertice di Bruxelles «ordinario», vale a
dire deludente per tutte le questioni aperte, a cominciare da quella
degli immigrati sulla quale c’è stato un sostanziale ennesimo rinvio. I
rilievi, espliciti del presidente della Commissione Juncker, e meno
ultimativi da parte del commissario agli affari economici Moscovici,
all’impianto della legge di stabilità, giudicata fuori dai canoni e
destinata ad essere modificata per essere accolta, non hanno minimamente
impressionato il premier. La manovra non si tocca, ha ripetuto
incontrando i giornalisti. Con la Commissione si tratterà come gli altri
anni, e alla fine si troverà una soluzione: questa la linea del
governo. E Renzi ha aggiunto anche che l’Italia non è l’unico paese
membro a trattare, ma il solo in cui questo genere di trattative siano
accompagnate ogni volta da timori esagerati.
La sicumera del
presidente del consiglio dipende soprattutto da fattori politici. La Ue
si trova ormai da mesi in una situazione di paralisi, in cui già evitare
rotture clamorose viene considerato un risultato positivo. Allo stesso
tempo, proprio per non alterare questo fragile equilibrio, i vertici
della Commissione sembrano preoccupati essenzialmente della stabilità
interna dei singoli partners dell’Unione, sapendo che è quasi
impossibile portarli a decisioni condivise. Una situazione destinata a
protrarsi a lungo, almeno fino al prossimo anno e alle elezioni francesi
e tedesche.
In questo quadro, aspettarsi sanzioni o procedure di
infrazione per l’Italia non è realistico. Ma se dovessero essere
minacciate o perfino arrivare, peraltro con conseguenze molto negative
sull’economia nazionale, Renzi le fronteggerebbe con l’atteggiamento
battagliero mostrato a Bratislava, consapevole che l’Italia è, sì, uno
stato sotto osservazione, per le dimensioni del proprio debito pubblico
che non riescono a diminuire, ma malgrado ciò riesce a non discostarsi
troppo dagli attuali parametri europei, e quando lo fa, lo fa meno di
suoi importanti vicini come Francia o Spagna.
La manovra di fine
anno continua tuttavia a restare al centro di polemiche anche in Italia.
Centrodestra e 5 stelle protestano perché le misure del governo
continuano ad essere solo annunciate: non esiste ancora un testo che
consenta di valutarle approfonditamente.