La Stampa 22.10.16
“Sull’Italicum tempo scaduto. Cuperlo firma? Conta poco”
Il bersaniano Fornaro: no al plebiscito populista
di Carlo Bertini
«Per
farci cambiare posizione sul referendum il tempo è scaduto», sentenzia
Federico Fornaro, senatore Pd di stretta fede bersaniana.
Ma il
comitato Pd si è riunito e pare possa trovare l’accordo su un documento
con le linee guida della nuova legge elettorale. Troppo poco?
«Di
questo documento non vedo traccia, ma non sarebbe sufficiente a
risolvere una questione oggettiva: grazie al troppo tempo perso da Renzi
arriviamo al 4 dicembre con una legge vigente che è l’Italicum. Punto».
E
quindi per riaprire la partita non andrebbe bene neanche una proposta
di legge del governo che abolisse il ballottaggio e introducesse i
collegi?
«Ma il giorno dopo il referendum magari Alleanza popolare
potrebbe dire che non è d’accordo. Noi sappiamo di non avere la
maggioranza in entrambe le Camere. E ad oggi non c’è nulla che ci possa
consentire di dire il 4 dicembre che per la Camera si voterà alle
politiche con un’altro sistema elettorale».
Se invece Cuperlo siglerà un’intesa lo sconfesserete?
«Beh,
sarebbe un contributo utile alla discussione e nulla di più. Perchè un
accordo nel Pd non porta automaticamente all’approvazione di una norma
in entrambi i rami del parlamento. La commissione del Pd può lavorare a
sciogliere i nodi e a definire una posizione comune, ma faccio notare
che è stata uccisa in culla dallo stesso Renzi, quando il giorno dopo, a
domanda sul tema ha risposto “parliamo di cose serie”».
Sul referendum dunque si può dire che Bersani e compagni hanno rotto gli argini?
«Abbiamo
rispetto e fiducia nei confronti di Cuperlo, ma non ci sono le
condizioni materiali per l’approvazione nei due rami del parlamento di
una nuova legge elettorale. Se questa apertura Renzi l’avesse fatta a
luglio invece sarebbe stato possibile. Perchè non l’ha fatto? Perchè
l’intesa unitaria non era tra le priorità del segretario Pd».
Voi
della minoranza avete votato la riforma costituzionale più volte, anche
quando l’Italicum era già in vigore. Ora come fate a spiegare il no al
referendum?
«Non ci si può ritorcere contro il nostro senso di
responsabilità di allora. Comunque nessuno ha mai dato una delega in
bianco per costruire una campagna che sta trasformando il referendum in
un plebiscito populista. I modi e perfino alcuni manifesti, sulla
riduzione dei politici, sono degni delle campagne dell’Uomo Qualunque,
una strategia di comunicazione lontana anni luce dalle culture fondative
del Pd. E da ultimo ci tocca anche sentire insulti sulla lotta
all’evasione a un galantuomo come Vincenzo Visco».