La Stampa 20.10.16
Donald l’anti-migranti o Clinton la liberal
I cattolici d’America restano senza scelta
L’elettorato religioso mai così indeciso e spaccato
I
cattolici sono uno dei gruppi elettorali più ambiti degli Stati Uniti.
Rappresentano la comunità religiosa più grande, circa un quarto della
popolazione totale, e vengono considerati «swing voters», cioè moderati
centristi senza una posizione ideologica predefinita, che cambiano
partito da elezione a elezione, a seconda di quale candidato li convince
di più. Da Roosevelt in poi però, tranne una sola occasione, hanno
sempre scelto il politico risultato poi vincente.
Nel 2008 e nel
2012 i cattolici avevano votato in maggioranza per Obama, aiutandolo a
battere prima McCain e poi Romney. Nel 2016, però, sono più incerti, e
divisi fra i cattolici bianchi, che favoriscono Trump, e quelli
ispanici, che stanno con Hillary.
La Conferenza episcopale ha
pubblicato un documento intitolato «Forming Consciences for Fatithful
Citizenship» per aiutare i fedeli a navigare nella difficile sfida
presidenziale. Non ha indicato una preferenza tra i candidati, ma ha
sottolineato gli insegnamenti della Chiesa sulle questioni cruciali in
gioco, come la disuguaglianza economica, le migrazioni, la pace, i temi
della vita tipo l’aborto, e quelli sociali come la difesa del
matrimonio. Sui primi tre, c’è una tradizionale convergenza tra gli
elettori cattolici e i democratici, ma sugli ultimi due c’è più intesa
con i repubblicani.
All’inizio della campagna Papa Francesco aveva
criticato indirettamente Trump, dicendo che per risolvere i problemi
globali bisogna costruire ponti, non muri, come il candidato del Gop
vorrebbe fare al confine con il Messico.
Le mail pubblicate di
recente da Wikileaks, invece, hanno creato qualche imbarazzo a Hillary,
perché alcuni suoi consiglieri parlavano della necessità di infiltrare
le organizzazioni della Chiesa, per piantare i semi di una visione più
progressista.
Secondo Joseph Zwilling, portavoce dell’arcidiocesi
di New York, «la decisione è complessa e richiederà molta riflessione e
preghiera. Se però diamo retta alle indicazioni emerse dai sondaggi,
anche in questo caso gli elettori cattolici sembrano schierarsi in
maggioranza con i democratici».
Non tutti, però, sono convinti.
Uscendo dalla Messa alla Cattedrale di St. Patrick, la fedele Lulu
Stanley riassume così la sua posizione: «Nessuno dei candidati mi
convince, entrambi hanno difetti personali e di posizione politica che
mi impediscono di votarli. Il giorno delle elezioni resterò a casa».
[pao. mas.]