il manifesto 20.10.16
«Le donne argentine aprono una fase nuova»
Intervista. Il professor Jorge Elizondo, avvocato del lavoro e comunista
di Geraldina Colotti
«Il
movimento delle donne sta crescendo, in Argentina, e così pure quello
operaio e sindacale. Si apre una fase nuova». Così dice al manifesto il
professor Jorge Elizondo, avvocato del lavoro e comunista. Lo abbiamo
incontrato a Cremona, durante la tre giorni dal titolo Identidad y
Resistencia, organizzata dall’associazione Latina America.
Le piazze tornano a riempirsi, in Argentina
Dopo
oltre 12 anni di governo popolare, democratico, si è riaperta una fase
che credevamo di aver archiviato. E’ tornata una destra che combina
aspetti neoliberisti con vecchi fascismi. Una destra che, si è detto,
per la prima volta ha vinto con metodi democratici. Però quelle del 10
ottobre non sono state elezioni trasparenti. Macri ha vinto, e per meno
del 2%, a seguito di una campagna sporca, orchestrata dai media al
servizio dei grandi gruppi economici nazionali e sovranazionali e dal
partito dei giudici a loro legato, intenzionato a farla finita con
Cristina Kirchner: rea di aver approfondito le politiche di non
allineamento e di essersi schierata con il Venezuela e con i paesi
dell’Alba, di aver privilegiato il mercato interno e la
re-industrializzazione. Colpevole, soprattutto, di aver portato all’Onu
la protesta contro i fondi avvoltoio. Il miliardario Paul Singer ha
minacciato di fargliela pagare. E gli avvoltoi hanno investito
moltissimo denaro nella campagna elettorale, così come hanno fatto
potenti terminali Usa ed europei. Macri ha confuso il popolo con la
promessa che non avrebbe smantellato il buono del kirchnerismo, né
svalutato la moneta. Invece, per prima cosa ha deciso una svalutazione
del 40%, ha licenziato oltre 208.000 persone e bloccato una legge che
impediva i licenziamenti senza giusta causa. Ha abolito le tasse per le
industrie minerarie e per i grandi produttori agricoli esportatori.
Salvo poi tornare sui suoi passi nei riguardi di questi ultimi, perché
la promessa di ridurre il deficit non si è realizzata, anzi. Il suo
prossimo obiettivo è quello di smantellare la nostra scala mobile,
arrivando alla contrattazione individuale o al massimo concordata con i
vertici sindacali addomesticati: sul modello europeo.
Cristina Kirchner ha proposto un Fronte ampio cittadino. Da una nuova mutazione del peronismo può nascere un’alternativa?
Il
movimento sindacale è diviso, e in molti casi ha remato contro il
kirchnerismo, spianando la strada a Macri. Una delle due componenti
della Cta, però, è assai radicale, sta organizzando gli scioperi dei
bancari e degli statali. Quello confluito un mese fa a Plaza de Mayo è
stato uno sciopero storico. Le componenti di sinistra portano avanti la
rivendicazione delle 35 ore, o almeno delle 40 com’è in Venezuela. E ci
sono forti movimenti popolari come quello delle donne, che abbiamo visto
a Rosario.
Le piazze si mobilitano anche per Milagro Sala.
Conosco
la regione del Jujuy. Quello che ha fatto l’organizzazione Tupac Amaru
di Milagro per gli indigeni è straordinario: case, scuole. Il
governatore Gerardo Morales viene dalla Union Civico Radical dell’ex
presidente Alfonsin, una formazione centenaria di classe media che ha
fornito la struttura politica nazionale al partito di Macri. Una
struttura anti-operai, anti-peronista, anti-poveri. Un governo razzista.
Hanno paura che, dalla vicinissima Bolivia, arrivi il vento dell’aymara
Evo, che ha portato gli indigeni al potere.