La Stampa 1.10.16
“Tra tecnico e comunicatore alla fine è stato un pareggio”
Gli esperti: linguaggi differenti, entrambi incisivi
“Nessun risparmio: solo più potere in mano al premier”
di Francesca Schianchi
«Non
pensavo che Zagrebelsky fosse così preparato alla tv: e invece ha avuto
l’atteggiamento giusto, ha messo Renzi nella posizione dello studente».
A un’ora dall’inizio del dibattito, il consigliere Rai Carlo Freccero
sta seguendo con attenzione il duello tra i due contendenti, del sì e
del no. Esperto di tv e di comunicazione, sottolinea la dinamica che si è
instaurata tra i due protagonisti del confronto: «Il professore fa il
professore, e Renzi sta discutendo la sua tesi. La riforma è diventata
una tesi di laurea». Dove le sfumature delle parole e del modo di
rivolgersi uno all’altro, decodifica Freccero, hanno un significato:
«Troppe volte Renzi dice “la rispetto”, che significa “povero vecchio,
la aiuto ad attraversare la strada del futuro”». E il «sottotesto» delle
risposte del professore è «“ma va là, il futuro è una pattumiera...”: è
la rivincita dei novecenteschi sui like».
E’ la differenza di
linguaggio, di toni, quello che tutti gli analisti notano del braccio di
ferro di ieri sera in onda su La7. «Sono due profili completamente
diversi che si confrontano: più tecnico quello di Zagrebelsky; con una
dose di comunicazione più elevata Renzi», sintetizza Antonio Noto,
direttore dell’Istituto di ricerche e analisi di mercato Ipr Marketing.
Un’opinione simile a quella della politologa Sofia Ventura: «Sono due
linguaggi diversi: Renzi buca lo schermo, ha un atteggiamento più
propagandistico, ma quella di Gustavo Zagrebelsky è un’altra levatura.
Con un modo di porsi diverso: da una parte una certa aggressività,
dall'altra la serenità della competenza».
E allora, chi ha vinto e
chi ha perso? «Non vince nessuno perché dipende dallo spettatore che
ascolta», giudica Freccero, da quanto conosce realmente la riforma, «e
forse il pubblico che segue un dibattito come questo è più sensibile ai
ragionamenti complessi». Certo, come fa notare la Ventura, «nel discorso
è tutto molto implicito, non penso che chi lo sta seguendo possa essere
completamente ignaro della legge». Un appuntamento per appassionati di
politica, che si sono confrontati anche sui social network: l’hashtag
«#SioNo» su Twitter ha dominato la seconda serata. E invece un
telespettatore meno addentro alla Costituzione? «Penso che cambierebbe
canale, trovando il dibattito noioso», risponde ridendo Antonio Noto.