La Stampa 16.10.16
Renzi show: “Che volete di più?”
La scommessa in chiave referendum
Coinvolti 25 milioni di italiani: l’obiettivo è accontentare tutti
di Fabio Martini
Nel
salone dei Galeoni è appena finito l’ennesimo show di Matteo Renzi, con
tanto di slides colorate e l’aggiunta di bandierone italiane alle
spalle del podio presidenziale: il presidente del Consiglio è
decisamente su di giri e, congedandosi, usa il linguaggio di tutti i
giorni: «Che volete di più?». Sintesi espressiva di un lavoro dietro le
quinte durato settimane, nel corso delle quali il capo del governo ha
cercato di conciliare la sua promessa di fondo - alleggerire la
pressione fiscale - con un imperativo categorico: distribuire
gratificazioni economiche al maggior numero possibile di italiani, in
vista del referendum istituzionale del 4 dicembre. Sul cui esito i
sondaggi pubblici e riservati restano negativi: se si votasse oggi il No
vincerebbe. Certo, per alcuni istituti è in atto una piccola inversione
di tendenza, ma soltanto i prossimi giorni diranno se si tratta di
“vera gloria”.
Ecco perché Renzi scommette molto
sull’effetto-manovra, alla luce di un calcolo informalissimo che circola
a Palazzo Chigi, privo di qualsiasi ufficialità ma eloquente: la platea
dei “gratificati” dall’ultima Finanziaria del governo Renzi ammonta a
circa 25 milioni di “soggetti”. Certo, tra i tantissimi beneficati delle
misure del governo ci sono situazioni molto diverse: dai pensionati
sociali ai lavoratori “usurati”, dai possessori di cartelle Equitalia
agli abbonati in regola della Rai, dai piccoli artigiani ai titolari di
Srl, Spa e Coop, dagli insegnanti ai poliziotti.
Certo, il peso
degli sgravi è molto differenziato tra categorie e soggetti
imprenditoriali e a Palazzo Chigi non pensano che tutti possano essere
egualmente sensibili alle “lusinghe” governative. Difficile immaginare
quanti voti al Sì possano venire dai 17 milioni di famiglie che il
prossimo anno si troveranno nuovamente a pagare di meno il canone Rai.
Così come nessuno a Palazzo Chigi se la sente di scommettere, neppure
informalmente, sul possibile vantaggio elettorale che potrebbe venire
dai dipendenti pubblici, i cui stipendi - secondo l’annnuncio fatto dal
presidente - saranno aumentati dopo una lunga “quaresima”. Certo la
platea è molto larga - circa tre milioni di dipendenti - ma ieri sera
sulla base delle stime annunciate dal governo, nessuno era in grado di
fare una stima sull’aumento medio per un dipendente pubblico, che
comunque si aggirerà sull’ordine di alcune decine di euro al mese. E
invece la scommessa di Renzi sugli agricoltori della Coldiretti (che ha
aiutato il governo a raccogliere le firme per il referendum), è così
esplicita che è stata l’associazione stessa a farsi viva con una
dichiarazione del suo presidente Roberto Moncalvo che ha persino
contabilizzato il numero dei gratificati: «Sono circa quattrocentomila
gli agricoltori italiani che beneficeranno della cancellazione
dell’Irpef agricola e della decontribuzione per le nuove imprese
condotte da giovani».
Ma scommessa più corposa di Renzi e dei suoi
riguarda i pensionati, interessati da una serie di misure molto
diverse, con aspettative differenziate tra chi considera l’aumento un
atto dovuto e chi invece una misura inattesa. Ma in questo caso la
platea è molto estesa - oltre tre milioni di persone - e negli incontri
che si sono svolti con i sindacati, gli “uomini del presidente” hanno
tratto una convinzione: lo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil
«farà fatica a fare proselitismo per il No tra i propri iscritti».