La Stampa 13.10.16
Con i voucher guadagni medi sotto i 500 euro all’anno
di Rob. Gio.
Già
qualche giorno fa una ricerca dell’Inps aveva chiarito che i voucher
sono un «girone infernale per eterni precari» da cui è difficile se non
impossibile uscire. Uno strumento con cui i datori di lavoro riescono a
far lavorare al nero i loro dipendenti per molte più ore di quelle
pagate con i voucher stessi, e contemporaneamente a mettersi al riparo
da leggi e sanzioni. Un altro rapporto dell’Inps, diffuso ieri, attesta
un’altra cifra spaventosa: nel giro di un intero anno, in media, un
lavoratore retribuito con i voucher da 10 euro non è mai arrivato a
guadagnare più di 500 euro. Dal 2008 a oggi risultano venduti 347,2
milioni di voucher.
Il rapporto dell’istituto guidato da Tito
Boeri certifica come nonostante le reiterate prese di posizione del
governo (che solo di recente ha imposto qualche regola per evitare
l’abuso) i voucher non si sono rivelati uno strumento di emersione del
lavoro nero, ma piuttosto di “sommersione” del lavoro regolare. Fino
alla riforma del lavoro Fornero del 2012, il lavoro accessorio era
destinato ad ambiti limitati: adesso il lavoro accessorio remunerato con
i voucher può riguardare qualsiasi attività.
Secondo il rapporto,
il numero dei lavoratori è cresciuto costantemente negli anni, mentre
il numero medio di voucher riscossi dal singolo lavoratore è rimasto
sostanzialmente invariato: circa 60 voucher l’anno dal 2012 in avanti. A
7,50 euro per ogni voucher, il compenso annuale medio netto non arriva
mai a quota 500 euro. La percentuale di donne è progressivamente
aumentata (attualmente supera il 50%), mentre i lavoratori
extracomunitari nel 2015 erano l’8,6%.
Quali sono le imprese che
utilizzano i voucher? A far la parte del leone quelle del Settentrione.
Due voucher su tre sono stati venduti al Nord: 127,7 milioni nel
Nord-Est (36,8%), 102,6 milioni nel Nord Ovest (29,5%). Il maggiore
ricorso ai voucher si è avuto in Lombardia (60,7 milioni di buoni).
Seguono Veneto ed Emilia- Romagna. Nel 2015 i lavoratori “a voucher”
erano 1.380.000: a parte i circa 100mila decentemente retribuiti, tutti
gli altri percepiscono cifre irrisorie. Ma, come dettano le regole
statistiche europee, figurano tutti come “occupati”.