La Stampa 13.10.16
Sanità, a rischio i vaccini e le esenzioni dai ticket
Verso tagli da un miliardo e mezzo, assunzioni dei medici in bilico
Oggi il vertice decisivo tra i ministri Lorenzin, Padoan e Boschi
di Paolo Russo
Per
la sanità si profila un taglio da un miliardo e mezzo. Il ministero
dell’Economia intende limitare l’aumento del Fondo sanitario nazionale a
soli 500 milioni, portando lo stanziamento a 111,5 miliardi. Ossia
molti meno rispetto ai 113 che lo stesso Governo aveva messo in conto
per il 2017. Quanto basta per far salire sulle barricate le Regioni, che
già hanno convocato per domani un Conferenza straordinaria dei
Presidenti e che, se le cifre della manovra restassero queste, direbbero
stop alle assunzioni di medici e infermieri per svecchiare le corsie,
annunciate solo ieri l’altro da Matteo Renzi. Ma soprattutto non
applicherebbero i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza già
approvati dal Governo e ora in Parlamento per un parere non vincolante.
Il che significherebbe dire addio a molte cose utili per gli assistiti
d’Italia, come l’esenzione dai ticket per chi soffre di broncopolmonite
cronica o malattie renali gravi. Con il loro congelamento andrebbe in
naftalina la rimborsabilità in tutte le regioni italiane dell’eterologa.
Il piano vaccini
Stessa
sorte toccherebbe al Piano vaccini tanto invocato da medici e società
scientifiche. Uno stop che significherebbe dire addio alla gratuità
delle immunizzazioni: contro il papilloma virus anche per i maschietti
tra i 12 e i 18 anni; l’anti-meningococco b per i bambini ai primi mesi
di vita; l’antipneumococcico, che immunizza gli ultrasessantacinquenni
da polmoniti e meningiti; l’anti erpes zoster; il vaccino contro la
varicella, che oggi alcune regioni continuano a far pagare e che va
fatto al 15° mese di vita, con richiami al sesto anno e tra i 12 e i 18
anni. E poi salterebbero gli accertamenti gratuiti per i celiaci, i
nuovi scooter a quattro ruote per i disabili, tutta una serie di ausili
informatici per consentire di comunicare a chi ha gravi disabilità Per
non parlare delle nuove 110 malattie rare che resterebbero escluse dal
paradiso della rimborsabilità. Tutte cose che costano 800 milioni. Già
finanziati nel 2015 con soldi ma che le regioni giudicano insufficienti
se le risorse dovessero fermarsi a quota 111 miliardi o poco più. Stesso
discorso vale per i farmaci innovativi, a favore dei quali c’è un fondo
vincolato di 500 milioni. Giudicati insufficienti a fronte dell’ondata
di pillole d’oro, soprattutto farmaci oncologici da 100mila euro a ciclo
terapeutico.
Dottori e infermieri
Per le assunzioni di
medici e infermieri poi al momento ci sono solo 300 milioni stanziati
però per tutta la pubblica amministrazione. Briciole per la sanità, che
ha più che mai bisogno di ripopolare ospedali e ambulatori medici sempre
più a corto di personale dopo anni di blocchi del turn over. Ma per
assumere 10 mila sanitari secondo le regioni servirebbero 400 milioni
solo per il comparto sanitario. Difficile in queste condizioni
immaginare di trovare risorse anche per il rinnovo della convenzione dei
medici di famiglia, che prometteva studi aperti 16 ore al giorno sette
giorni su sette.
L’incontro
Un panorama a tinte fosche che
oggi il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, cercherà di
scongiurare calando una carta a sorpresa nell’incontro previsto con il
ministro dell’Economia Padoan e il Ministro delle riforme, Maria Elena
Boschi. L’idea è quella di riformulare la tassa sul fumo non più
aumentando di un cent ogni sigaretta ma ritoccando un poco all’insù le
accise sul tabacco, quanto basta a garantire un gettito di 750 milioni
che riporterebbe la dote aggiuntiva per la sanità a 1 miliardo e 250
milioni. Il tutto, sostengono i tecnici della Lorenzin, senza danno per i
consumatori, perché gli aumenti modesti delle accise finiscono per
accollarseli i produttori. Dalla risposta del Tesoro dipenderanno molte
cose per gli assistiti.