La Stampa 12.10.16
La scuola inglese vuole separare gli italiani dai meridionali
«Italiani»,
«Italiani-Siciliani» e «Italiani-Napoletani»: è polemica sui moduli
d’iscrizione messi online da alcune circoscrizioni scolastiche
britanniche in cui spunta questa inopinata distinzione. Protesta la
nostra ambasciata: siamo un Paese unito dal 1861.
di Flavia Amabile
Alcune
scuole dell’Inghilterra e del Galles con scrupoloso amore per i
dettagli hanno posto una semplice domanda agli italiani che decidevano
di iscriversi: siete «Italiani» oppure «Italiani-Siciliani» o
«Italiani-Napoletani»? L’hanno fatto a fin di bene, si difendono le
scuole. Volevano evitare spiacevoli episodi di discriminazione. In
realtà mancavano soltanto il ritratto del Padrino e un piatto di
spaghetti accanto alle scritte per rendere ancora più chiaro il
tentativo «a fin di bene» di non discriminare.
I moduli
d’iscrizione sono stati pubblicati in rete da alcune circoscrizioni
scolastiche e da giorni stanno provocando proteste e sdegno da parte
delle famiglie degli italiani-napoletani e degli italiani-siciliani e
degli italiani-tutti. Ieri il ministero dell’Istruzione ha sollecitato
un intervento chiarificatore da parte dall’ambasciata, che è intervenuta
con una nota dai toni piuttosto sarcastici nonostante la diplomazia
usata nella scelta delle parole utilizzate: «Siamo uniti dal 1861»,
ricorda l’ambasciatore Pasquale Terracciano, al Foreign Office, il
ministero degli Esteri britannico. «Si tratta di iniziative locali –
prova poi a minimizzare con i giornalisti l’episodio l’ambasciatore
Terracciano - motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare
inesistenti esigenze linguistiche particolari» e garantire un ipotetico
sostegno. «Ma di buone intenzioni - aggiunge - è lastricata la strada
dell’inferno»: specie quando diventano «involontariamente
discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali». A denunciare
l’accaduto sono stati per primi alcuni genitori, decisamente sconcertati
di fronte ad una procedura che non si vedeva da almeno un secolo.
All’inizio sembrava una delle tante bufale che circolano in rete, ma
dopo alcune verifiche si è capito che non era affatto uno scherzo.
L’ambasciata, dunque, ha chiesto al Foreign Office «l’immediata
rimozione» di questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla
ha a che fare con l’importanza dei genuini connotati regionali o dei
dialetti italiani.
Il Foreign Office ha promesso di far correggere
i moduli e di far cancellare ogni traccia di possibili offese. Come
ricorda il sottosegretario al’Istruzione David Faraone: «Incredibile che
ancora oggi siamo costretti ad affrontare pregiudizi di questo tipo. La
scuola italiana ha superato da tempo questi stereotipi e qui, come nel
Regno Unito, si deve lavorare per l’integrazione e la formazione delle
generazioni future».