La Stampa 10.10.16
In carcere per un romanzo nel cassetto
Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi
Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione
di Francesca Paci
Due
anni fa la Guardia rivoluzionaria iraniana irrompe senza mandato in
casa dello studente 30enne Arash Sadeghi e di sua moglie Golrokh
Ebrahimi Iraee: arresta lui, già detenuto in passato, e sequestra
computer, taccuini, cd. Lei viene interrogata per 20 giorni, durante i
quali sente le urla del marito torturato nella stanza accanto, poi esce
in attesa del verdetto. Martedì si fanno vive le autorità giudiziarie:
Golrokh è condannata a 6 anni di carcere per il racconto mai pubblicato
che i pasdaran hanno trovato nel suo pc. Non dunque per l’attivismo in
favore di Narges Mohammadi e le migliaia di prigionieri politici di
Tehran come il marito, che da giugno sconta 15 anni in una cella del
famigerato Evin, ma per la sua fantasia. Ce ne vuole d’immaginazione:
invece della lapidazione, finisce al bando chi la denuncia.
Cosa
ha scritto Golrokh Ebrahimi per scatenare negli ayatollah una reazione
che Amnesty International definisce «grottesca». Giudicato «offensivo
dell’islam», il virtuale libro galeotto narra la storia di una giovane
iraniana che guarda in tv il film «The Stoning of Soraya M», la vera
storia di una connazionale uccisa a pietrate, e si indigna fino a
bruciare una copia del Corano. Materia che scotta nell’Iran campione di
violazioni dei diritti umani, dove il codice penale ha recentemente
riconfermato la lapidazione perché ritenuta «effettiva nel prevenire i
crimini e proteggere la moralità».
«Non hanno neppure presentato
un mandato di comparizione, mi hanno chiamato dal cellulare del mio
amico Navid Kamran dopo averlo arrestato e mi hanno detto di
consegnarmi» ha raccontato Golrokh al canale in farsi di Voice of
America subito dopo la telefonata con la sentenza di 6 anni, 5 per
offese all’islam e uno per propaganda anti-governativa. Attivisti
iraniani a lei vicini non sanno dire se la ragazza si trovi già a Evin
perché sin dall’inizio le informazioni sul suo caso sono state poche e
frammentarie, dei due avvocati difensori che avrebbero dovuto seguire il
processo iniziato nel 2014 una è stata costretta a ritirarsi per le
minacce ricevute e l’altra è stata estromessa. Una delle udienze si è
svolta mentre Golrokh Ebrahimi era in ospedale per un intervento
chirurgico.
«Golrokh Ebrahimi deve scontare questi anni per aver
scritto una storia mai pubblicata, viene punita per la sua
immaginazione» afferma Philip Luther, responsabile per la sezione
Medioriente e Nord Africa di Amnesty International. Se la presidenza del
riformista Rohuani con il suo record di almeno 2.277 esecuzioni a morte
ha frustrato le speranze di chi sognava un altro Iran, l’intera regione
assiste a un durissimo giro di vite contro gli intellettuali, non solo
gli attivisti politici ma anche gli scrittori come il PEN Award Ahme
Nàgy, condannato a 2 anni carcere in Egitto per il romanzo «Vita,
istruzione per l’uso» (Il Sirente) in cui parla di sesso e droga.