lunedì 3 ottobre 2016

Internazionale 30.9.2016
Per le madri sudcoreane lavorare è impossibile
The Economist

Regno Unito Solo un terzo delle donne torna al lavoro dopo la prima gravidanza. La Corea del Sud ha leggi sulla maternità all’avanguardia, ma i pregiudizi culturali sono un ostacolo insormontabile Q uando Moon Su-jong, web designer in un chaebol (conglomerato d’imprese) è uscita con i colleghi e non ha bevuto alcolici, i suoi capi hanno capito che era incinta. Invece di congratularsi con lei, erano indignati. L’hanno accusata di sovraccaricare i colleghi di lavoro che in sua assenza si sarebbero dovuti sobbarcare i suoi compiti e le hanno chiesto quando si sarebbe licenziata. Moon si è lamentata con il capo delle risorse umane, anche lui convinto che Moon avrebbe danneggiato l’azienda con la sua maternità. Cinque mesi dopo ha lasciato il lavoro. Quando è nato il secondo iglio ha lasciato anche il lavoro successivo. Sua suocera non riusciva più a prendersi cura dei bambini. Esperienze simili sono così comuni in Corea del Sud da essere al centro di una nuova serie tv intitolata Mamma lavoratrice, papà casalingo. La protagonista, Mi-so, lotta per conciliare lunghi e rigidi orari di lavoro con la cura dei igli. per le sudcoreane è diicile conciliare famiglia e carriera. più dell’80 per cento delle aziende private contattate in un sondaggio nel 2015 ha dichiarato che solo un terzo delle dipendenti erano tornate al lavoro dopo la maternità. Il problema non sono le leggi: le aziende private sono obbligate a garantire un anno di congedo di maternità retribuito. La presidente park Geunhye, la prima donna a guidare un paese dell’estremo oriente, si è impegnata a creare 1,7 milioni di posti di lavoro per le donne, aumentando il tasso di occupazione femminile di sette punti percentuali, portandolo al 62 per cento. Molti sudcoreani però sono riluttanti all’idea che le donne abbiano una carriera, e le aziende spesso non riescono a rispondere alle esigenze delle madri che lavorano. La percentuale di donne in età lavorativa con un impiego aveva superato a fatica il 50 per cento nel 2000 e negli ultimi vent’anni è salita di soli cinque punti. Il divario tra i salari medi di uomini e donne che lavorano a tempo pieno è il peggiore tra i paesi dell’ocse. Le donne sono pagate il 63 per cento di quanto guadagnano gli uomini. Le poche dirigenti nelle dieci chaebol più importanti sono tutte legate alle famiglie degli azionisti principali. Uomini di Corea, un’organizzazione per la difesa dei diritti degli uomini, vorrebbe abolire il ministero per le pari opportunità perché opprime gli uomini creando, per esempio, parcheggi riservati alle donne. Il fatto che oggi in Corea del Sud ci siano organizzazioni per i diritti degli uomini è un segnale dei progressi compiuti dalle donne. nel 1990, a causa degli aborti selettivi, ogni cento bambine nascevano 117 bambini. oggi il rapporto è più equilibrato. tre ragazze su quattro si iscrivono all’università, mentre tra i ragazzi la proporzione è due su tre. Ma sui luoghi di lavoro il cambiamento è più lento. da una ricerca condotta da Saramin, un portale per oferte di lavoro, è emerso che un terzo delle aziende preferiva candidati maschi a donne ugualmente qualiicate. Le aziende straniere in Corea del Sud hanno intravisto in questa situazione un’opportunità: il talento femminile è molto sottovalutato, quindi a buon mercato. Uno studio del 2010 ha evidenziato che le multinazionali straniere assumono molte sudcoreane laureate. Il buon esempio La legge promuove una suddivisione più equa del lavoro di cura dei igli: i padri hanno diritto a 53 settimane di congedo di paternità retribuito, più che in qualsiasi altro paese dell’ocse, ma solo il 2 per cento dei padri ne ha approittato nel 2014. Il 64 per cento dei dipendenti maschi nel 2014 si dichiarava disposto a condividere l’onere della cura dei igli se fosse stato sostenibile (il congedo prevede il 40 per cento del salario, ma con un tetto di circa 760 euro al mese). I padri sanno che i capi non scherzano quando dicono che al ritorno potrebbero non trovare più la scrivania. Con un tasso di fecondità di 1,2 bambini per donna, la forza lavoro è destinata a diminuire in modo drastico. Se il paese non userà metà del talento a sua disposizione, il rischio della stagnazione è concreto. dal 2010 la crescita è crollata dal 6,5 al 2,6 per cento. In un episodio della serie tv, quando il marito di Mi-so arriva in uicio con il iglio legato con una fascia al petto e dice di voler prendere il congedo al suo posto per evitare che lei perda il lavoro, il capo è incredulo: “Se lo fai, altri ti imiteranno!”. Forse sì. Ugim