lunedì 3 ottobre 2016

Pagina99  01.10.2016
Fuori di testa un capo su cinque

Manager| Secondo uno studio l’incidenza di psicopatici tra i Ceo è come quella nelle carceri Occhio al vostro capo: dietro al suo fare deciso e sicuro potrebbe nascondersi uno psicopatico. Almeno stando a un recente studio condotto dallo psicologo forense australiano Nathan Brooks, della Bond University. Dalla sua ricerca è emerso che l’incidenza di psicopatici tra i top manager delle aziende sarebbe la stessa che si riscontra in media tra i carcerati: uno su cinque, quando secondo gli studi più accreditati l’incidenza media nella società è compresa tra l’1 e il 4%. Il 21% dei 261 amministratori delegati esaminati dal professore australiano ha evidenziato i sintomi di psicopatologie clinicamente rilevanti, quali incapacità di entrare in empatia con gli altri, superficialità, egocentrismo, tendenza a mentire. Caratteristiche, a dire il vero, piuttosto diffuse negli ambienti di lavoro. Eppure Brooks non ha dubbi circa il fatto che questi tratti non solo si sposano perfettamente con quelli dello “psicopatico di successo” incline ai comportamenti illegali o non eticamente corretti, ma faciliterebbero le carriere di questi soggetti nelle aziende per via degli attuali criteri di assunzione che privilegiano le mere capacità professionali, trascurando le caratteristiche della personalità. Lo studio, riferisce l’Independent, è stato presentati da Brooks – insieme ai ricercatori Katarina Fritzon della Bond University e Simon Croomdella Universityof SanDiego –all’ultimo congresso annuale della Australian Psychological Society di Melbourne. «Gli psicopatici tendono a essere affascinanti e appariscenti», ha spiegato al sito News.euil professor Scott Lilienfeld della Atkanta’s Emory University, «e questo permette loro di avere successo nel breve periodo, salvo poi pagare dazio con fallimenti nel lungo periodo». Per Lilienfeld la maggiore incidenza del disagio mentale non è appannaggio dei soli top manager: «Gli psicopatici sono sovrarappresentati anche in altri ambiti, come la politica o gli sportad alto rischio.La ricerca è solo agli inizi»