Internazionale 30.9.2016
La vittoria di Corbyn
I l 24 settembre 2016 Jeremy Corbyn ha vinto le elezioni per la leadership del Partito laburista con il 61,8 per cento dei voti, contro il 38,2 per cento del suo avversario Owen Smith. A votare sono stati gli elettori registrati e gli iscritti del partito e dei sindacati laburisti. Corbyn era stato eletto per la prima volta alla guida del partito nel settembre del 2015 (con il 59 per cento dei voti) grazie a un programma politico che si opponeva alle privatizzazioni e proponeva la nazionalizzazione delle ferrovie e l’aumento del salario minimo e delle tasse sui proitti delle grandi aziende. A giugno, dopo il voto che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, Corbyn è stato accusato da molti dirigenti del partito di non essersi impegnato abbastanza nella campagna a favore della permanenza nell’Unione, e il 29 giugno i deputati laburisti hanno votato a grande maggioranza per siduciarlo. Corbyn si è riiutato di dimettersi e sono state organizzate nuove elezioni per la leadership, i cui risultati sono stati resi noti il 24 settembre. “Dopo la prima vittoria”, scrive Owen Jones sul Guardian, “Corbyn era stato criticato perché nel suo discorso inaugurale non aveva messo l’accento sull’unità. Ma stavolta è andata diversamente. Il leader del Partito laburista si è rivolto in modo appassionato a tutte le anime del partito: ‘Facciamo tutti parte della stessa famiglia laburista’, ha detto. Nel suo discorso non c’erano rancore o desiderio di vendetta. Corbyn ha chiarito che il partito deve puntare a creare un’alternativa credibile al governo conservatore e a vincere le elezioni”. Ma non sarà facile: “Nel movimento laburista c’è una spaccatura tra gli iscritti, che sostengono Corbyn, e i parlamentari. I primi sono convinti che i dirigenti si oppongano alle scelte della base; i secondi hanno paura di essere spazzati via da persone che non sono leali verso il partito e non accettano il dissenso. Se questa rabbia non sarà messa sotto controllo, il Labour rischia di implodere”.