venerdì 21 ottobre 2016

Il Sole 21.10.16
«Dimezzare stipendi onorevoli», M5S sfida Pd
Costi della politica. La proposta dei grillini lunedì in Aula
Grillo all’attacco
di Manuela Perrone

ROMA Indennità dei parlamentari ridotta da 5mila euro netti a 5mila euro lordi al mese. Tetto di 3.500 euro mensili alle spese di soggiorno e di viaggio, e niente alloggio a chi risiede a Roma. Rimborso da 3.690 euro al mese per l’esercizio del mandato e la retribuzione dei collaboratori. Obbligo di documentare tutti gli esborsi. Il M5S risponde alla «propaganda referendaria» e agli affondi dem sui 108mila euro spesi da Luigi Di Maio per «eventi sul territorio» con un’arma che aveva già in caldo: la proposta di legge sui tagli ai costi della politica, a prima firma Roberta Lombardi, calendarizzata lunedì in Aula alla Camera.
Il provvedimento arriverà in assemblea senza mandato al relatore: mercoledì la commissione Affari costituzionali avrebbe dovuto cominciare a votare gli emendamenti al testo base, ma è stato un buco nell’acqua. «Il Pd sta facendo melina», aveva commentato Lombardi. Che ieri ha deciso di passare oltre, chiedendo il disabbinamento delle cinque proposte che avevano dato vita al testo unificato: «Andremo in Aula con la nostra».
Per il M5S il disegno è chiaro: «I partiti punteranno ad affossare il provvedimento rimandandolo in commissione». Beppe Grillo dal blog invita gli attivisti a iscriversi online per andare in tribuna lunedì a godersi «lo spettacolo in diretta». Salvo imprevisti, sarà lui a guidare l’invasione pacifica. «La nostra proposta - attacca - prevede un taglio di 61 milioni l’anno sugli stipendi e di 26 milioni di spese telefoniche e di viaggio. Un risparmio molto più alto di quello presunto derivante dalle riforme (58 milioni), e senza stravolgere l’asse costituzionale dello Stato».
Il Pd parla di «demagogia». E lo scontro con i Cinque Stelle monta anche su Torino: ieri la Guardia di Finanza è stata inviata a Palazzo Civico per acquisire documenti sul bilancio 2015. La procura, dopo un esposto del consigliere leghista Alberto Morano, indaga su alcuni disallineamenti nei rapporti debitori e creditori tra il comune e due partecipate: InfraTo e Gtt (trasporti). Il buco sarebbe di almeno 5 milioni. Grillo grida alla «voragine con il marchio Pd». Ma l’ex sindaco Piero Fassino si difende: «I miei sono stati anni di rigore e trasparenza». Per ora il fascicolo è senza ipotesi di reato, ma la procura sarebbe orientata verso il falso in atto pubblico.