Il Sole 20.10.16
Schiaparelli su Marte con brivido
Tecnologie. Contatto perso a 50 secondi dall’arrivo della sonda sul suolo - Le ipotesi: caduta del collegamento o danneggiamento
Nella missione impiegato il 40% di componentistica prodotto nei distretti italiani
di Filomena Greco
Ammartaggio
da brivido. Con il modulo orbitante TGO che regolarmente invia il suo
segnale a terra dopo l’ingresso nell’atmosfera di Marte e la sonda
Schiaparelli, invece, che resta muta. L’arrivo del lander della missione
Exomars sul pianeta rosso era atteso per ieri pomeriggio, alle 16,48
l’ora prevista del touch down. Il contatto è stato perso a cinquanta
secondi dall’impatto con il suolo marziano, come ha spiegato durante le
operazioni Walter Cugno, direttore del programma ExoMars di Thales
Alenia Space Italia. Resta il mistero, dunque, sulle condizioni del
lander Schiaparelli. «Il segnale non è stato captato dai satelliti
presenti in orbita nelle diverse finestre temporali che si sono aperte
fino a sera – spiega Cugno –. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra,
noi pensiamo che ci sia stato un problema di trasmissione dei dati ma
tra le ipotesi c’è anche quella del possibile danneggiamento». Nel corso
delle ore la sonda madre ha raccolto oltre venti giga di dati sulla
discesa dello Schiaparelli sul suolo marziano. Saranno analizzati
durante la notte per venire a capo del mistero, come ha confermato Jan
Woerner, numero uno dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.
Il
lander Schiaparelli si è staccato dalla sonda Trace Gas Orbiter (TGO) il
16 ottobre scorso, ha viaggiato tre giorni da solo per poi ammartare,
questo era il programma, nel Meridiani Planum, una depressione vicina
all’equatore marziano. L’ultima fase del viaggio prima di toccare la
superficie è la più delicata, dura soltanto sei-sette minuti, una fase
in cui il modulo decelera da 21mila a zero chilometri orari. Questa
corsa potrebbe aver compromesso le condizioni del lander.
Ha
l’amaro in bocca, dunque, la fase centrale della missione Exomars che fa
capo all’Agenzia spaziale europea, in collaborazione con i russi di
Roscosmos. Una missione che ha un “cuore” di tecnologia e di manifattura
italiana. Il ramo italiano di Thales, joint venture tra i francesi, al
67%, e Leonardo-Finmeccanica, al 33, è prime contractor della missione
che vale circa un miliardo e mezzo e ha coinvolto, in questa prima fase,
oltre 75 partner industriali da 17 paesi. Dalle aziende italiane arriva
il 40% delle soluzioni tecnologiche messe in campo per Exomars.
Thales
Alenia Space Italia si è occupata della progettazione della missione in
corso e della seconda parte, nel 2020, quando su Marte arriverà il
rover destinato a sondare il terreno marziano. Nello stabilimento di
Torino è stato realizzato lo Schiaparelli, il modulo di discesa, e
sempre a Torino è stato sviluppato, per la seconda fase di Exomars, il
sistema di navigazione e guida del Carrier Module e del Descent Module, i
moduli che costutiscono la navicella spaziale che sarà lanciata tra
quattro anni. È sempre firmato da Thales Alenia Space Italia il progetto
del Sistema Rover, inclusa la sua integrazione e la realizzazione del
laboratorio analitico.
A bordo dello Schiaparelli le tecnologie di
Leonardo Finmeccanica: a Nerviano sono stati realizzati i generatori
fotovoltaici, ad esempio, dallo stabilimento di Campi Bisenzio, invece,
sono arrivati i sensori di assetto e il nucleo optronico dello strumento
di osservazione montato a bordo, il Cassis. Nasce nel polo Leonardo di
Nerviano, con il finanziamento dell’Agenzia spaziale italiana, la
trivella che nel 2020 equipaggerà il rover in missione su Marte. Sia il
robot che la navicella spaziale, anche per la seconda parte di Exomars,
monteranno i pannelli fotovoltaici di alimentazione realizzati dal
Gruppo. Infine, l’osservazione del sottosuolo di Marte, vera chicca
della missione Exomars, avverrà grazie allo spettrometro alloggiato
nella trivella. Si chiama Ma_Miss e sarà realizzato da Leonardo a Campi
Bisanzio.
La Altec di Torino, joint venture di Thales Alenia Space
e Agenzia spaziale italiana, rappresenterà il centro di controllo
operativo del rover in missione tra quattro anni. Il Rocc, Rover
operation control center, si occuperà di coordinare gli spostamenti del
robot e gestire il flusso di dati che arriveranno dal pianeta rosso.
Centro di controllo e, insieme, anche palestre per il rover visto che a
Torino è stato realizzato uno spazio che riproduce la superficie
marziana. Qui saranno simulati movimenti e manovre del robot e dove si
realizzeranno i test dei carotaggi, o e simulazioni di movimento
preparatori alla missione.
Decine le aziende italiane
dell’aerospazio coinvolte nella missione. Tra queste la Aero Sekur di
Aprilia, ad esempio, che ha realizzato il paracadute con diametro di
dodici metri in dotazione allo Schiaparelli, oltre che essere
responsabile anche del progetto e della realizzazione del doppio
paracadute in dotazione al rover. Sono invece state realizzate dalla
Acotec di Ferrara le clean room allestite nella sede di Torino di
Thales, necessarie per garantire che i moduli lanciati su Marte