Il Sole 18.10.16
Lungo conclave al Tar, i giudici amministrativi valutano tre ipotesi
I ricorsi. Prende quota una scelta sul merito
ROMA
Per il momento sul quesito referendario il Tar del Lazio ha solo deciso
di prendere tempo. Ieri, dopo una mattinata passata ad ascoltare le
parti, i giudici della seconda sezione-bis del tribunale amministrativo
della capitale, presieduta da Elena Stanizzi, dalle 12,30 si sono
riuniti a porte chiuse in camera di consiglio per arrivare a una
decisione. Nonostante alcune ore di “conclave”, il verdetto non è
arrivato. «La decisione - ha fatto sapere la presidente - sarà
pubblicata oggi o domani».
A questo punto tutte le ipotesi sono
possibili. I giudici amministrativi sono stati chiamati in causa a
inizio ottobre dai ricorsi presentati da Sinistra Italiana, 5 Stelle e
Comitati per il “No” a pronunciarsi sul quesito sulla riforma
costituzionale del 4 dicembre. Secondo i ricorrenti, la domanda a cui si
dovrà rispondere con un “Sì” o un “No” è incompleta: non tiene,
infatti, conto - secondo le indicazioni dell’articolo 16 della legge
352/1970 - del fatto che nella scheda devono essere indicati, nel caso
di referendum costituzionali, anche gli articoli che si sottopongono a
revisione e la loro materia.
Inoltre, nel quesito - secondo i
ricorrenti - viene riportata «impropriamente anche una presunta finalità
della legge (il cosiddetto contenimento dei costi di funzionamento
delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle
norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure
certa e comunque irrisoria».
La richiesta al Tar era di
intervenire intanto in sede cautelare, con un’ordinanza di sospensiva
che “congelasse” il quesito referendario. Ancora prima dell’udienza di
oggi, i giudici della seconda sezione-bis avevano, però, fatto intendere
che - così come consente il codice della giustizia amministrativa -
sarebbe stato possibile anche decidere direttamente nel merito.
A
questo punto, dopo la lunga camera di consiglio di ieri, la possibilità è
che abbia potuto prendere corpo questa seconda ipotesi. Lo scenario,
però, è anche più articolato: oltre alla sospensiva e all’eventuale
decisione nel merito, ci potrebbe anche essere la strada di una
rimessione degli atti alla Corte costituzionale. Così hanno chiesto gli
avvocati Giuseppe Bozzi, Enzo Palumbo e Luciano Vasques, autori del
ricorso di Sinistra Italiana e dei 5 Stelle, in modo da verificare la
legittimità costituzionale della legge del 1970 sulle procedure
referendarie e, in particolare, sull’articolo 16.
L’associazione
di consumatori Codacons, anch’essa firmataria di un ricorso, ha invece
perorato la riunione di tutte le cause, chiedendo ai giudici del Tar che
ordinino alla Presidenza del Consiglio di distribuire in tutti i seggi
due schede informative, una predisposta dal Comitato del “Sì” e l’altra
da quello del “No”, che accompagnino il quesito e spieghino meglio il
contenuto di quest’ultimo.