Il Sole 16.10.16
Mosca e New Delhi rafforzano i legami nella difesa e nell’energia
Al vertice dei brics accordi per decine di miliardi
di Gianluca Di Donfrancesco
Accordi
nella difesa e nell’energia, investimenti infrastrutturali e
ostentazioni di amicizia: l’ottavo vertice dei Brics in corso a Goa
(Benaulim), in India, fotografa il riavvicinamento tra New Delhi e
Mosca, in un contesto di alleanze sempre più fluide, disegnate e
ridisegnate nello spazio di mesi, sul filo dei delicati - e a volte
ambigui -equilibri della geopolitica.
Al termine di un incontro
durato due ore, Narendra Modi e Vladimir Putin hanno annunciato, ieri,
una serie di ricche e impegnative intese in campo militare. Per
cominciare, l’India acquisterà batterie di missili anti-aerei S-400, uno
dei fiori all’occhiello dell’arsenale russo, gli stessi acquistati
dalla Cina. Nel piatto c’è anche la produzione in joint-venture di
almeno 200 elicotteri Ka-226T e di quattro fregate stealth per la marina
indiana. Secondo l’emittente indiana Ndtv, l’accordo sui missili S-400
vale 5,8 miliardi di dollari, quello sugli elicotteri un miliardo (cifre
non confermate ufficialmente). Nei prossimi mesi, i due Paesi
organizzeranno una conferenza congiunta dedicata alla cooperazione
militare.
Sul versante energetico, l’altro fronte sul quale la
Russia conta per stringere alleanze strategiche, il gigante petrolifero
di Stato Rosneft, insieme all’olandese Trafigura group e al fondo
d’investimento russo United capital Partners, acquisterà il 98%
dell’indiana Essar Oil, con un’operazione da circa 12,9 miliardi di
dollari. Secondo i dati Thomson-Reuters, sarebbe la più grande
acquisizione straniera in India e al tempo stesso la più costosa mai
realizzata dalla Russia all’estero. L’operazione fa seguito a una serie
di recenti investimenti indiani in Russia per 5,5 miliardi di dollari,
come ha ricordato il premier Modi. Putin ha allargato il campo alla
coopereazione nucleare, affermando che la Russia costruirà 12 reattori
in India nei prossimi 20 anni.
I due Paesi si sono anche accordati
per la creazione di un fondo per investimenti infrastrutturali in
India, dotato di un miliardo di dollari. E Putin ha apertamente
appoggiato la vecchia richiesta indiana di diventare membro permanente
del Consiglio di sicurezza Onu. «I patti siglati - ha affermato Modi -
stabiliscono la speciale e privilegiata natura della nostra amicizia».
Già a dicembre, ha rilanciato Putin, potrebbero partire i negoziati per
la creazione di una zona di libero scambio fra India e Russia.
Tra
il 2011 e il 2015, il 40% dell’export di armi della Russia è finito nel
Subcontinente, uno dei maggiori importatori al mondo. Il legame tra i
due Paesi affonda le radici nella Guerra fredda e circa il 70%
dell’apparato militare indiano è di produzione sovietica prima e russa
poi. New Delhi sta appunto cercando di modernizzarlo, anche per stare al
passo con la Cina, con uno stanziamento pari a 100 miliardi di dollari e
allargando la cerchia dei fornitori a Francia, Israele e Stati Uniti.
Il mese scorso ha siglato un contratto per l’acquisto dalla Francia di
36 caccia Rafale (8,7 miliardi di dollari) e negli ultimi anni ha
stretto una sempre più importante collaborazione con gli Usa, tanto da
farne uno dei suoi primi fornitori militari.
Al contrario, solo
poche settimane fa, la Russia, per la prima volta nella storia, ha
effettuato operazioni militari congiunte con l’eterna nemesi del’India,
quel Pakistan che fino a non molto tempo fa era un fidato alleato di
Washington. I giochi di guerra russo-pakistani hanno fatto scattare
l’allarme a New Delhi, già preoccupata dalla fornitura di elicotteri
russi da combattimento Mi-35 all’esercito di Islamabad. In questo
contesto, l’abbraccio di Modi al «vecchio amico» Putin suona, se non
come una stonatura, come il tentativo di insinuare un cuneo nei rapporti
tra Mosca e Islamabad, in una fase di riacutizzate tensioni tra India e
Pakistan sul Kashmir. New Delhi accusa il vicino Stato islamico di dare
rifugio a organizzazioni terroristiche e solo qualche giorno fa lo ha
additato davanti alle Nazioni Unite come la più grave minaccia alla pace
mondiale. È proprio per isolarlo diplomaticamente, che Modi a Goa sta
cercando di convincere gli altri soci del club dei Brics (Russia, Cina,
Brasile e Sudafrica) ad associarsi nella condanna del terrorismo
internazionale. «La chiara richiesta della Russia di combattere il
terrorismo internazionale rispecchia la nostra posizione», ha affermato
Modi, ora pronto a schierarsi dalla parte di Putin anche su Afghanistan e
Medio Oriente.