Il Sole 11.10.16
E Tsipras scommette sulla crescita
Il premier greco stima un +0,4% quest’anno e un 2,7% il prossimo
di Vittorio Da Rold
Ieri
in Grecia sono iniziate le prime lezioni nelle scuole pubbliche per i
figli dei rifugiati che sono rimasti “intrappolati” nel Paese
mediterraneo quando è stata chiusa la “via Balcanica” nel marzo scorso e
oggi sono in attesa di poter raggiungere uno degli altri paesi dell’Ue.
Sono 21.500 bambini, figli di profughi, di cui Atene, in crisi
economica da sette anni e con un debito al 180% del Pil, si è presa
carico organizzando dei corsi speciali che si terranno al pomeriggio
nelle varie scuole pubbliche. Un modo civile e solidale di affrontare,
tra le ristrettezze economiche, l’ennesima crisi, quella dei migranti,
che ha investito il piccolo Paese mediterraneo.
Intanto
il governo del premier, Alexis Tsipras, prosegue nella sua agenda di
risanamento dei conti pubblici che prevede un percorso di nuovi
sacrifici sociali accompagnato, però, da un ritorno alla crescita. Una
scommessa politica di cui il premier greco ha parlato a Washington a
margine dei lavori del Fondo monetario internazionale. Tsipras scommette
sulla crescita positiva quest’anno e in un ritorno sul mercato dei bond
nel 2017. Ma per far questo Atene deve puntare sul ritorno della
tranquillità sui mercati finanziari e degli investimenti stranieri.
Tsipras
stima un Pil in aumento dello 0,2-0,4% quest’anno, ben al di sopra
delle previsioni Eurostat che vedono una contrazione dello 0,3 per
cento. L’Eurostat però prevede una crescita del 2,7% per l’anno
prossimo, stima condivisa ovviamente dal premier che spera in una
inclusione tra sei mesi di Atene nel programma del Quantitative easing
della Bce, piano da cui oggi la Grecia è esclusa a causa del rating
insufficiente dei suoi titoli.
Ma se la Bce
dovesse includere i bond greci nel Qe nei prossimi mesi a quel punto
potrebbe tornare l’appetito per i titoli greci e spingere Atene a
preparare una emissione di debito, tentare di tornare sul mercato dei
capitali e progettare un ritorno a pieno titolo nel mercato dei bond nel
2018. Tutto questo se verrà accettata la proposta del Fmi che, con le
parole del direttore generale, Christine Lagarde, ritiene che la Grecia
non possa riprendersi senza un alleggerimento del debito. Purtroppo
questo si scontra con la posizione del ministro delle Finanze tedesco,
Wolfgang Schaeuble, secondo cui la Grecia non ha un problema di debito,
ma di riforme strutturali da varare per recuperare competitività. In
realtà Schaueble sta cercando di rinviare il problema del debito greco a
dopo le elezioni politiche tedesche previste nell’autunno del 2017.
Tsipras, invece, ritiene che entro fine anno si debba arrivare a una
riduzione del debito greco così da consentire ad Atene di vivere con i
propri mezzi.
La Grecia ha ottenuto tre
piani di aiuti internazionali dal 2010 e l’anno scorso è stata sul punto
di essere costretta a lasciare l’unione monetaria. Il destino politico
di Tsipras, che spera in un taglio del debito e un ritorno sui mercati, è
legato alla sopravvivenza del cancelliere tedesco, Angela Merkel, sotto
pressione dalla crisi dei rifugiati e dalla profonda ostilità interna a
nuovi salvataggi greci. Ma Atene ha accettato di tagliare le proprie
pensioni, svalutare i salari, rendere flessibile il mercato del lavoro, e
ha varato la prima asta per la cessione di licenze televisive che ha
generato milioni di entrate supplementari. Un taglio del debito greco
sarebbe il segnale che la crisi dei debiti nell’eurozona è davvero
archiviata.